Cagliari, ok del Comune alla registrazione dei figli delle coppie gay: maggioranza di Truzzu ko in aula
Il gruppo “Solinas presidente” vota col centrosinistra e il centrodestra va sotto. Il sindaco dovrà impegnarsi col Governo per porre fine alle “discriminazioni” nei confronti delle famiglie omogenitoriali e attivarsi per garantire anche al Comune di Cagliari la registrazione anagrafica dei figli delle coppie gay
Truzzu dovrà chiedere al Governo di porre fine alle “discriminazioni” nei confronti delle famiglie omogenitoriali e attivarsi per garantire anche al Comune di Cagliari la registrazione anagrafica dei figli delle coppie gay. Lo ha deciso il consiglio comunale questo pomeriggio. Nel corsa di una votazione in cui la maggioranza di centrodestra che sostiene il primo cittadino Paolo Truzzu si è opposta, ma è andata sotto. Decisivo l’appoggio alla mozione del centrosinistra del gruppo “Solinas presidente”, vera spina nel fianco dell’esecutivo e non nuovo ai brutti scherzi tirati in aula al primo cittadino. La manovra dei consiglieri che a palazzo Bacaredda fanno capo al Governatore si inquadra nell’ambito del braccio di ferro politico in corso tra Solinas e Truzzu, duellanti nella corsa per la candidatura per villa Devoto alle prossime regionali.
La mozione approvata, primi firmatari i consiglieri Matteo Lecis Cocco Ortu e Fabrizio Marcello, Pd, invita “il sindaco, anche a fronte delle evoluzioni del quadro giurisprudenziale e normativo, a procedere con le registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali indicando quali genitori entrambe le persone che si sono consapevolmente assunte la responsabilità della procreazione”.
Invita inoltre “il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale a farsi parte attiva nei confronti del Parlamento per discutere le proposte di legge indicate in premessa e comunque a modificare la normativa per porre fine alle discriminazioni in essere che determinano una grave violazione dei diritti preminenti del minore, dando seguito al monito espresso dalla Corte costituzionale con le Sentenze 32 e 33 del 2021, nonché per riconoscere l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie”.
Recentemente il Ministero dell’Interno ha bloccato i riconoscimenti dei figli delle coppie omosessuali da parte dei sindaci. “E questo comporta delle conseguenze per i bambini che nascono in quelle coppie con la fecondazione eterologa (nel caso delle madri lesbiche) o con la maternità surrogata (nel caso dei padri gay)”, si legge nel sito Diritto.it, “l’avere bloccato le registrazioni alla nascita, come lo stato giuridico non uniforme delle famiglie omogenitoriali, è stato possibile perché l’Italia, a differenza della maggior parte dei Paesi Europei, non ha mai varato una specifica legge di tutela.
A causa di questo lo scorso anno la Corte Costituzionale ha richiamato il Parlamento e la politica mettendo in evidenza il vuoto giuridico che lascia senza tutela i figli delle sopra menzionate coppie, dando origine a delle discriminazioni. Negli anni recenti le coppie lesbiche e gay, si sono appellate alla magistratura o ai sindaci per fare valere i loro diritti fondamentali. Il freno del Ministero è relativo ai riconoscimenti successivi al 30 dicembre”.
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