Disoccupazione. Dura la reazione del sindaco dopo l'irruzione di martedì in Consiglio dei lavoratori
Il primo cittadino infuriato: sono venuti meno gli accordi, non sono disposto a trattare
Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦
Non saranno stabilizzati. «Possono stare fuori anche 30 anni». Dura la reazione del sindaco Emilio Floris, il giorno dopo l'irruzione forzata di alcuni precari in Municipio, costata il ferimento di qualche agente. Il primo cittadino, parla «col sentimento », ma si dice dispiaciuto per alcune scelte fatte in passato, ma chiude la strada non solo alla stabilizzazione, perfino ai cantieri di lavoro.
IN AULA, rispondendo alle interrogazioni dei consiglieri Radhouan Ben Amara, Città promessa, Massimo Zedda e Caludia Zuncheddu, Sinistra-Rosomori e Ninni Depau e Claudio Cugusi del Pd, l'assessore al Personale Giuseppe Farris ha ribadito quanto dichiarato lunedì in conferenza stampa: «Sarebbe quantomeno inopportuno applicare norme sub judice, col rischio di incorrere in responsabilità di danno erariale», ha affermato l'assessore, concludendo la discussione puntando l'indice sui «cattivi maestri» che avrebbero mal consigliato i precari. Dopo Farris, l'intervento del sindaco. «Il tentativo di far saltare la seduta era ampiamente organizzato», ha spiegato Floris, «e la violenza di iri mi porta a dire che non ci sono più le condizioni per stabilizzare i lavoratori e neppure per attivare i cantieri di lavoro. Mi dispiace», ha aggiunto, «aver trattato l'argomento con il sentimento. Ma sono venuti meno agli accordi e ora non sono più disposto a trattare. Possono stare fuori anche 30 anni ».
DEL CASO si discuterà oggi in commissione Personale. Protesta intento la Cgil. Nella notte tra mertedì e mercoledì le tribune dell'aula consiliare sono state sgomberate. Le forze dell'ordine hanno poi ordinato ai lavoratori di rimuovere la tenda. «I precari sono stati fatti sgomberare da dentro e da fuori il Comune», denuncia Luca Locci, della segreteria Funzione Pubblica-Cgil di Cagliari, «ed è stata fatta smontare la loro storica tendina dove si riparavano tutte le notti per chiedere il diritto la lavoro». Ma «i precari non si arrendono», annuncia Locci, «alle 16 saranno di nuovo fuori dal Comune e rifiutano quest’atto fascista, antidemocratico. E’ vergognoso che venga utilizzata la repressione per negare un diritto costituzionale ». I lavoratori chiedono che siano avviate le procedure di stabilizzazione previste dall’articolo 3 del collegato alla finanziaria 2009, nonostante quelle norme siano oggetto di impugnazione davanti alla Corte costituzionale.
I dati
Inchiesta in Regione ¦
¦ La commissione regionale Programmazione ha approvato all'unanimità una risoluzione per l'istituzione di una commissione di inchiesta con il compito di vigilare sulla applicazione delle leggi regionali, in alcuni casi «inapplicate per anni». C'è chi ha associato il provvedimento alla vicenda precari.