GIOVEDÌ, 12 NOVEMBRE 2009
Pagina 1 - Cagliari
Retroscena dell’incontro di martedì in Comune con l’inviato Figc
CAGLIARI. Lo stadio olimpico è sepolto per sempre, Cellino presidente del Cagliari Calcio si è impegnato davanti a Regione, Comune e Figc a demolire il Sant’Elia, costruire un impianto «agilissimo», tenerlo per qualche decennio (il tanto per rientrare nell’investimento, ieri ha annunciato che metterà soldi propri), poi l’opera tornerà nel patrimonio indisponibile del Comune. Gli Europei sono salvi. Sempre che l’Italia sia la nazione scelta.
Perché il rappresentante della Figc che martedì ha catalizzato l’attenzione di Regione e Comune nell’incontro organizzato dal sindaco ha detto che ancora non si sa se la candidatura dell’Italia sarà accolta. Ma la Figc si muove, pur nell’incertezza, perché se l’Italia verrà promossa si dovrà correre a presentare i requisiti. L’inviato della Figc (Michele Uva) ha espresso il gradimento della Federazione per Cagliari e ha sollevato un’unica perplessità: sull’aeroporto. Casomai ci fossero problemi a Elmas, la Sardegna offre un’alternativa valida di collegamento con la Penisola? Ecco perciò che la presenza della Regione si è rivelata utilissima: il presidente Cappellacci e l’assessore all’urbanistica Asunis hanno spiegato che, con la legge 3 dell’agosto 2009, è stata «identificata la posta finanziaria per varie infrastrutture fra le quali l’aeroporto di Fenosu e quello di Tortolì». Fenosu (Oristano) si raggiunge in un’ora di macchina e per Tortolì l’auspicio è che nel 2016 la nuova strada Orientale sia finita. Regione e Comune, assieme al Cagliari Calcio, hanno recitato ognuno la parte propria: la società sportiva farà la sua nel costruire lo stadio, senza accampare diritti di proprietà sull’area (che attualmente vale più del Sant’Elia) perché gli sarà accordato un diritto di superficie; il Comune ha accolto la richiesta di Uva di presentare al più presto un documento ufficiale che formalizza il progetto preliminare, il cronoprogramma e la quantità di risorse che saranno messe in campo; «la Regione - spiega l’assessore Asunis - ha dichiarato l’interesse ad avere a Cagliari la manifestazione sportiva e quindi a mettere in essere tutte le procedure necessarie per velocizzare i processi di formazione degli atti ufficiali». Tutti i fantasmi delle settimane scorse sono scomparsi. Non c’è un problema sulla proprietà dello stadio una volta ricostruito: vale l’impegno a costruire del Cagliari Calcio che avrà riconosciuto l’uso dello stadio per un certo numero di anni; non viene tradito il vecchio accordo Regione-Comune dove la prima cedeva al secondo i terreni a un prezzo simbolico per farci lo stadio pubblico; non ci sono obbiezioni di tipo patrimoniale (si chiederà comunque una consulenza all’ufficio tecnico erariale) sulla proprietà dello stadio «sospesa» per gli anni in cui sarà di esclusivo uso del Cagliari Calcio. Infine: a Cagliari toccheranno 5 gare, semifinali e finali solo nelle grandi città. (a. s.)