Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Abbado “suona” l'Orchestra Il maestro strega il Lirico

Fonte: L'Unione Sarda
12 novembre 2009




Uno sguardo, un lieve gesto della mano. Abbado “suona” l'orchestra; la ammalia, la plasma, la conduce passo passo. Lascia la bacchetta per la ricchezza del movimento che può imprimere con la mano libera, con un cenno del capo, un'espressione del viso. E l'orchestra lo segue, modellandosi sui suoi segni.
L'idea musicale di Claudio Abbado passa attraverso dettagli, piccole indicazioni. Una varietà e ricchezza che si riflette nella musicalità incisiva ed elegante dell'Orchestra Mozart.
Claudio Abbado è uno dei più grandi direttori del nostro tempo. Un grande interprete, che nei tanti anni sul podio, nei diciotto anni alla Scala prima e poi alla Staatsoper di Vienna e alla guida dei Berliner Philharmoniker, ha cambiato l'approccio del pubblico con la musica, imponendo un rinnovamento del repertorio, un modo diverso di rapportarsi alla partitura. Un artista, che a 75 anni può permettersi di chiedere, per il suo ritorno alla guida della Scala, un cachet fuori dall'ordinario: novantamila nuovi alberi piantati a Milano.
Di lui, del suo modo di fare musica, sembra di sapere tutto. Eppure, in questa sua tappa della tournée italiana appena iniziata, martedì scorso al teatro lirico di Cagliari, riesce a sorprendere, a colpire con una interpretazione che apre a nuove prospettive. Nella Sinfonia Concertante di Haydn evidenzia l'eleganza e la complessità articolata della scrittura dall'apparente semplicità. Un approccio filologico, ma non dogmatico, verso lo studio dell'esecuzione musicale dell'epoca.
Abbado controlla ogni sfumatura e nello stesso tempo lascia spazio alla creatività dei solisti. Segue vigile con lo sguardo il rimbalzare della melodia, dal violino di Giuliano Carmignola al fagotto di Matthias Racz, dal violoncello di Enrico Bronzi all'oboe di Lucas Macias Navarro. Tesse i fili di un discorso che abbraccia insieme estro interpretativo e rigore. Fedele alla sua politica di valorizzazione dei giovani, mette in risalto l'espressività di Carmignola che, al violino, svela un virtuosismo composto e una sobria e brillante verve.
È l'inizio di una serata che l'orchestra Mozart, com'è nei suoi intenti costitutivi, imbastisce a partire dalle musiche del periodo classico. Una matrice che viene però declinata in base alle diverse sensibilità dei solisti, tanto che il Concerto per pianoforte e orchestra "Ployer-Konzert" K. 453 di Mozart è un inno alla levità, alla delicatezza.
Una poetica che Piotr Anderszewski al pianoforte declina con suoni levigati, puliti e un fraseggio che si articola nell'Andante con inflessioni quasi alla Chopin. Un approccio che sa essere intenso e brillante nello stesso tempo e che l'orchestra e il maestro assecondano.
Il clou, il momento in cui la mano di Abbado si mostra in tutti i suoi aspetti, è nell'Italiana, la Sinfonia n. 4 in la maggiore di Felix Mendelssohn che è uno scintillio di suoni, un susseguirsi di melodiche inflessioni e felici intuizioni. Abbado modella letteralmente la ricchezza di suoni e temi dell'Italiana con sensibilità e quella leggerezza di tocco dei grandi maestri. Alla base c'è il rispetto totale per la partitura, per le personalità artistiche degli autori, del tempo in cui sono vissuti. E soprattutto la capacità di offrire un medium tra la loro e la nostra cultura. Abbado è d'altra parte direttore che non segue la strada già segnata: la traccia in prima persona, leggendo, sottolineando quel suono o quella sfumatura, lavorando di fino tra le dinamiche leggere. Pronto a scatti incisivi, a potenti incalzare ritmici. La sua interpretazione della Sinfonia si dipana come una narrazione avvincente. Un crescendo sapientemente ideato, che nasce piano e delicato, acquista corpo e intensità, trascina mente e fantasia, esplode in un tripudio di suoni. Una serata da scrivere nell'albo d'oro del teatro cagliaritano. Che ha il sapore dell'eccezionalità, sottolineato da quel battere sistematico delle mani del pubblico, all'unisono con i piedi dell'orchestra sul palco, sino al bis e alla lunga, accorata, standing ovation.
GRECA PIRAS

12/11/2009