Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Emerson, l'Iguana: e le concessioni del 2006

Fonte: L'Unione Sarda
11 novembre 2009

il caso



Il Poetto, a partire dal 2010, potrebbe diventare una spiaggia attrezzata solo per sei mesi all'anno. Almeno fino all'approvazione del Pul. Le concessioni demaniali di quasi tutti i chioschi scadranno il prossimo 31 dicembre ma il Comune potrà prorogarle «con cadenza annuale», come autorizza la delibera della Giunta regionale numero 44/77, firmata dal presidente Ugo Cappellacci il 20 ottobre 2009.
LE DUE ECCEZIONI La rivoluzione partirà tra due mesi per tutti, tranne (forse) per Iguana e Emerson, gli unici due ad avere una concessione demaniale in scadenza nel 2011 e soprattutto una concessione edilizia, che ha permesso loro di evitare in questi giorni le ordinanze di sgombero notificate agli altri proprietari dei baretti. Una condizione che ha portato alcuni imprenditori a lamentare una disparità di trattamento: «È da anni che chiediamo le autorizzazioni, ma non abbiamo mai ottenuto una risposta dal Comune. Perché loro sì e noi no?», è stata la domanda ricorrente lunedì sera, nella riunione organizzata al “Capolinea“.
LETTERA A GIUGNO In realtà il servizio di Edilizia privata del Municipio ha notificato a giugno una lettera ai gestori che hanno chiesto la licenza per costruire. Due pagine nelle quali vengono spiegati i motivi del diniego: i progetti presentati sono basati su concessioni demaniali sballate. E in base al Piano di utilizzo del litorale ancora in vigore, non può essere autorizzato nessun edificio. «Si evince che la concessione demaniale non corrisponde alla localizzazione prevista dal Pul, pertanto il rilascio della concessione edilizia potrà avvenire solo a seguito di una nuova concessione demaniale che rispetti tali posizioni».
EMERSON E IGUANA Il dirigente Mario Mossa spiega che «Emerson e Iguana sono gli unici ad aver presentato le richieste conformi al Pul in vigore». Ecco perché non verranno rasi al suolo. L'alto funzionario del Comune ritiene che una marcia indietro sia molto difficile: «Se non avessi firmato quella ordinanza avrei commesso un'omissione. La situazione è questa, non è mio compito né in mio potere bloccare le demolizioni».
LA STORIA Alessandro Murgia, proprietario dell'Emerson, racconta un'odissea iniziata nel 1987 e conclusa nel 2005 con una sentenza del Tar. In mezzo «una decina di ricorsi» indirizzati a varie istituzioni. Insomma: uno stabilimento di 5.250 metri quadri totali («428 coperti e 4822 di area scoperta», come specifica la determina del 2006 che attribuisce la concessione) costruito a colpi di carte bollate e avvocati. «Sono l'unico ad aver ottenuto l'ok dall'ufficio tutela del paesaggio e della commissione edilizia. Il mio chiosco ha i pali piantati a mano sulla sabbia. In 30 giorni si smonta tutto e non si lascia nessun danno all'ambiente. È una struttura precaria e temporanea, come chiede il piano paesaggistico regionale. E occupo uno spazio inferiore alla concessione. Io ho impiegato anni per arrivare a questo risultato. Ma nessuno mi ha mai chiesto un'informazione, non mi hanno neanche invitato alla riunione di lunedì. Li avrei aiutati: se io ho perso 18 anni, non vedo perché gli altri devono metterci lo stesso tempo».
MICHELE RUFFI

11/11/2009