Le stellette. Il sindaco punta ad un voto del consiglio per chiedere le aree alla Regione
Il sindaco: «Applicare le norme dello statuto ordinario». Porcelli: «Ora idee e progetti».
Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦
Comune all'attacco sulle Servitù militari. Il sindaco Emilio Floris ha deciso di bussare alla porta della Regione per chiedere il passaggio di una parte (o tutte) le aree militari dismesse. Gli serve l'assist. Glielo fornirà il consiglio comunale con un ordine del giorno (meglio se bipartisan) sull'acquisizione delle aree. La commissione comunale Cultura si è riunita ieri dopo il tour lungo i siti militari passati alla Regione in città e, come era previsto, alla seduta era presente il sindaco Emilio Floris. «Il concetto è semplice», spiega il primo cittadino, «la Regione deve seguire le norme dello statuto ordinario e trasferire ai Comuni. Il che», chiarisce, «non significa chiudere le porte alla Regione, ma programmare anche nelle esigenze dei comuni». «È necessario avviare un tavolo con la Regione», ha auspicato il presidente della commissione Maurizio Porcelli, Fi, «per entrare in possesso del vasto patrimonio delle aree militari dismesse in città. Occorre proporre idee e progetti, alcuni peraltro già definiti in sede di piano strategico. Un esempio: un museo di storia militare nel ospedale Demurtas in via Azuni». La Regione ha già molte chiavi in mano. A questo punto si aprono possibilità per il Comune: o la cessione a titolo oneroso, oppure a un prezzo simbolico e in questo caso il Comune dovrebbe presentare un progetto, impegnando sia mantenere l'utilizzo pubblico dell'area, più o meno come è accaduto per lo stadio Sant'Elia e per il colle di San Michele. Scettica l'opposizione. «La commissione ha avuto il merito di lanciare il sasso nello stagno», ha spiegato Mondo Perra, Socialisti Italiani, «anche se di quello che ha detto il sindaco non sono stato soddisfatto. Ora serve definire tempi e modalità di acquisizione di un patrimonio immenso e prezioso».
TANTI I BENI già in mano alla Regione. C'è il 68° deposito carburanti di Monte Urpinu, l’alloggio del Comandante dell’Aeronautica militare. L’ex stabulario o “batteria Prunas” (area in concessione alla ditta Merella, per la realizzazione del ristorante/ pub con annesso lo stabilimento balneare “La Paillotte”). In via Calamosca anche l’ex poligono di tiro e la Palazzina ufficiali. A Sant’Elia il fortino Sant’Ignazio, l’ex stazione segnali del Faro e l’ex tettoia ricovero quadrupedi di via Borgo Sant’Elia. Ci sono poi i beni non utilizzati da servizi statali. Come l'ospedale Santissima Trinità, la porzione della tenuta agricola San Bartolomeo, una zona di Marina Piccola. Poi il terreno demaniale San Bartolomeo, il verde pubblico del Poetto, due aree in viale Colombo, le ex aree demaniali di Su Siccu e La Playa, i fabbricati degli eredi Papi Evelina di via Is Mirrionis e gli ex capannoni militari e aree limitrofe del SS Trinità. ¦
I dati
Da rilevare ¦
¦ Mancano all'appello i magazzini dell'areonautica di viale Sant'Avendrace e di via Liguria, lo stabilimento Gioda e Martinazzo di via Nuoro e la caserma Ederle. Centro storico ¦ ¦ In centro l'ospedale militare di via Azuni, l'ex panificio militare di viale Buoncammino, la caserma Griffa e i magazzini di viale San Vincenzo.