MARTEDÌ, 10 NOVEMBRE 2009
Pagina 2 - Cagliari
L’assessore Giuseppe Farris: «Non esistono le condizioni tecniche e legislative, ma siamo pronti a discutere se si modificano le norme»
PABLO SOLE
CAGLIARI.«Il sottoscritto e il sindaco Emilio Floris la pensano esattamente come il ministro Tremonti: il posto fisso è un valore. E su questo versante, pensiamo che il Comune abbia fatto tanto. Al momento però non sussistono le condizioni tecniche e legislative per stabilizzare i lavoratori dei cantieri regionali che da qualche giorno stanno manifestando in via Roma, davanti al municipio». Parola dell’assessore al Personale e affari legali Giuseppe Farris, che ieri mattina ha convocato una conferenza stampa per illustrare gli ostacoli che impediscono la stabilizzazione di circa settanta lavoratori - che diventano 200 contando i dipendenti con contratto a progetto e i lavoratori inquadrati secondo i dettami della cosiddetta legge Biagi - nell’organico del municipio. Lo spunto arriva dal collegato alla Finanziaria varato il 5 agosto scorso con cui il consiglio regionale, all’unanimità, ha dato il via libera alla stabilizzazione del personale precario delle pubbliche amministrazioni. Una norma impugnata dal governo e al vaglio della Corte Costituzionale. Si tratta di un passaggio importante, visto che l’assessorato regionale agli Enti locali ha invitato Comune e Province, malgrado la norma rimanga ovviamente in vigore, a valutare l’opportunità di applicarla o meno, viste le possibili conseguenze nel caso la Corte si pronunci per una eventuale bocciatura. In ogni caso, per l’esecutivo Floris rimangono perplessità di natura tecnica. «Per procedere alla stabilizzazione - ha detto Farris - ci sono almeno 4 aspetti da tener in conto. Punto primo: secondo le normative, per le spese inerenti l’organico i Comuni non possono spendere più del 50% delle spese correnti. Punto secondo: in ogni caso, le uscite non devono superare quelle dell’anno precedente. Punto terzo: per stabilizzare i precari, è necessario che alla base vi sia una reale carenza d’organico che giustifichi l’assunzione. Punto quarto: l’ingresso in organico tramite stabilizzazione diretta - ha aggiunto Farris - deve essere, per legge, bilanciata dalle altre tre forme per cui è previsto l’ingresso in organico, ovvero il concorso pubblico, la mobilità per enti e la progressione verticale. E in ogni caso, i tre milioni messi sul piatto dalla Regione non bastano». Fatta questa premessa, l’assessore si è detto disponibile a un confronto tra le parti qualora la giunta regionale «decida di modificare le norme contestate così come auspicato dal capo dell’esecutivo».