la riunione
Tira una brutta aria al Poetto. Il vento che soffia sulla spiaggia dei Centomila porta un mazzo di ordinanze di demolizione per i baretti e anche minacce. Anonime, per il momento, ricevute da un paio di gestori qualche settimana fa, giusto in corrispondenza della manifestazione del sindacato imprenditori balneari davanti al Consiglio regionale, per il passaggio delle competenze sui litorali dalla Regione ai Comuni. «Chi andrà in piazza passerà guai», è stato il messaggio. Una telefonata di pochi secondi, una voce senza nome. Forse anche senza un perché. Ma resta il fatto, che dipinge bene l'atmosfera respirata a due passi dalla Sella del Diavolo.
LA RIUNIONE Una cappa scura che si notava anche ieri sera, durante la riunione degli imprenditori della spiaggia al chiosco “Il Capolinea”, pochi metri dopo l'ospedale Marino. Dal gazebo, chiuso da enormi vetrate che guardano sulla strada e sul mare, arrivano due richieste. La prima era facile da immaginare: una sospensione dei provvedimenti che dovrebbero portare, nel giro di novanta giorni, all'azzeramento dei chioschi. La seconda è per il Consiglio comunale: «Serve il piano di utilizzo del litorale», chiede Sergio Mascia, presidente del consorzio Poetto service, che riunisce i 19 chioschi storici (alcuni hanno concessioni demaniali firmate per la prima volta negli anni Cinquanta) del lungomare. Gli altri due (Emerson e Iguana), costruiti a cavallo dei primi anni Duemila, non sono associati ma sono in regola: hanno la concessione edilizia rilasciata dal Municipio anche se ottenuta dopo trafile burocratiche e legali. Gli altri non hanno mai ottenuto l'ok per i propri progetti. In compenso, tutti sono titolari di una sfilza di autorizzazioni rilasciate da Comune e istituzioni varie: «Abbiamo il via libera di Demanio, Dogana e Asl, l'autorizzazione per l'apertura degli esercizi commerciali, le licenze per la musica dal vivo». Un paradosso che ha sviluppato un'economia che dà lavoro e soldi a una buona fetta di popolazione (non è un caso che la riunione di ieri sia stata seguita anche dal direttore della Confcommercio Giuseppe Scura, da alcune associazioni di promozione della musica dal vivo, oltre che dai ricciai del Poetto, che navigano nelle stesse acque).
I CASOTTI Un paradosso nato dopo il 1986, cioè all'indomani della demolizione dei casotti. «Anche quello di oggi è un provvedimento superficiale, che non tiene conto delle conseguenze», dice Mascia, che ricorda: «Quando è stata trovata la soluzione dei prefabbricati non eravamo d'accordo. Ecco perché abbiamo lavorato insieme all'amministrazione sul Pul. Il progetto proposto da noi prevedeva uno sviluppo ordinato, con casotti per la Polizia municipale ogni chilometro. E aveva ottenuto anche il sì della commissione edilizia».
Anche l'intervento del consigliere comunale del Pd Andrea Scano (che ha aperto il dibattito, insieme ai colleghi Ninni Depau e Claudio Cugusi), si è soffermato sulla necessità di approvare il Pul: «Serve un documento in tempi brevi, per evitare una Babele dove vincono solo i furbi o chi ha più conoscenze». E intanto continuano ad arrivare le ordinanze di demolizione: ieri una copia è stata notificata anche al proprietario del “Lanterne rosse”, alla quarta fermata.
MICHELE RUFFI
10/11/2009