Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Piano del lungomare, dieci anni di follie

Fonte: La Nuova Sardegna
9 novembre 2009

DOMENICA, 08 NOVEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

Adesso approda in consiglio comunale ma la maggioranza di centrodestra è divisa anche sull’ultima bozza 



L’opposizione: «Occorrono regole certe, altrimenti aumenta la confusione»




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Del piano di utilizzo del litorale (Pul) si parla da circa dieci anni (l’ultimo regolamento risale al 1999), ma senza risultati concreti. Eppure sono stati fatti numerosi incontri con gli operatori ed è stato ipotizzato di uniformare la tipologia dei chioschi prendendo come modelli i vecchi casotti. Ogni anno, invece, la questione si ingarbuglia sempre più (come precisato nell’articolo di apertura). Per diverso tempo, inoltre, la mancanza di regole certe aveva bloccato tutto. Poi gli interventi sul lungomare erano stati sbloccati, ma le polemiche erano puntualmente fioccate: la mancanza di norme lascia spazio alla discrezionalità.
Ora, finalmente, il Pul approda in consiglio comunale. Ma i problemi non sono ancora stati chiariti. Il piano di utilizzo del litorale del Poetto dovrebbe tradurre il quadro normativo disposto dalla regione per l’utilizzo della spiaggia e regolare le attività che in questa si possono svolgere: dai gazebo per la balneazione a chioschi-bar. Sino ad ora, però, in maggioranza non si è ancora raggiunto un accordo.
«Noi siamo perfettamente d’accordo che vi debbano essere delle regole uguali per tutti - afferma Massimiliano Tavolacci, Udc, presidente della commissione comunale consiliare all’Urbanistica e ambiente - ma il Poetto ha una sua specificità. È infatti l’unica spiaggia della Sardegna interna a una città, con un bacino d’utenza di circa quattrocentomila persone e usata tutto l’anno. Da qui la necessità di rivedere assieme alla Regione (che si è detta disponibile), questo tipo di norme». In particolare, Tavolacci e la commissione chiedono che vi sia una maggiore disponibilità di spazio concesso per i gazebo legati alla balneazione e che le concessioni per i chioschi non siano annuali, altrimenti gli imprenditori interessati «non potrebbero programmare una attività imprenditoriale seria». Poi vi sono i «problemi delle strutture fisse già esistenti e delle pedane dei chioschi-bar - continua Tavolacci - la cui regolamentazione deve tener conto della storia del Poetto e della sua fruibilità».
Ma se la Regione è d’accordo nel rivedere alcune regole per Cagliari, quale è il problema? «Il fatto - continua il presidente della commissione - è che noi abbiamo chiesto all’assessorato comunale di fare presente alla Regione questi problemi, ma non lo si è fatto. Siamo in grave ritardo». L’orientamento della Giunta e del sindaco Emilio Floris, invece, è quello di approvare il piano già pronto e redatto sulla base delle norme regionali esistenti. E poi chiedere una serie di modifiche. Il Pul, preparato in questi anni dal Comune, prevede come accennato una rimodulazione anche nelle tipologie, che dovrebbero richiamare i vecchi casotti. «Un fatto positivo - afferma Andrea Scano, Pd e componente della commissione Urbanistica - premetto che io, sin da quando al governo della Regione c’era il centrosinistra, propendevo per la difesa della specificità della spiaggia di Cagliari. Ma i ritardi sono troppi e l’ordinanza di sgombero per un chiosco dimostra, ancora una volta che, senza regole, non è possibile andare avanti. Ora la situazione è critica e si rischiano anche molti posti di lavoro». Per questi motivi «a mio parere sarebbe bene approvare subito il Pul, anche se diverse questioni potrebbero essere migliorate. Inoltre non vorrei che ripassare la palla alla Regione possa portare a norme troppo “aperte” e in grado di compromettere la situazione della spiaggia. Il testo può essere, in ogni caso emendato».