Lo sapevate? Anche il quartiere Marina a Cagliari era circondato da imponenti mura medievali
. I quartieri storici e alcuni dei colli di Cagliari nel Medioevo erano circondati da possenti mura di difesa, nelle quali erano sistemate diverse porte e torri,
I quartieri storici e alcuni dei colli di Cagliari nel Medioevo erano circondati da possenti mura di difesa, nelle quali erano sistemate diverse porte e torri, alcune delle quali si sono conservate. Solo il quartiere Castello ha conservato tratti di queste mura (che furono abbattute nel corso dei secoli con l’avvento delle armi più moderne e con il cambio delle esigenze di difesa) ma anche Villanova, Stampace e Marina avevano i loro bastioni e le proprie torri (a Stampace c’è ancora la torre dell’Alberti).
Ecco come appariva la Marina (nei secoli passati “Lapola”) in questa ricostruzione (autore Michele The Sea), apparsa sul gruppo Facebook Calaris. Gli ultimi tratti di mura del quartiere Marina, ormai molto malandati, furono eliminati nella seconda metà dell’Ottocento per far posto alla palazzata di via Roma (allora via San Francesco al Molo). I palazzi hanno rimpiazzato le fortificazioni, già fondate sui bastioni di Sant’Agostino (odierno incrocio con largo Carlo Felice) e della darsena (ad angolo con il viale Regina Margherita) demoliti nel 1863.
Torri e bastioni imponenti servivano per difendere la città dalle invasioni, fortificazioni impenetrabili e inespugnabili, che hanno attraversato i secoli. I pisani avviarono la costruzione nel quartiere di Castello e lo stesso fecero sul colle del castello di San Michele. Catalani, aragonesi e sabaudi completarono l’opera, modificando le difese a seconda delle evoluzioni tecniche: dai bastioni a strapiombo pisani a quelli leggermente obliqui degli spagnoli, sino alle strutture complesse piemontesi. Oggi si notano rilevanti tracce del sistema difensivo che cingeva Castello e dominava gli altri tre quartieri storici di Villanova, Stampace e Marina.
Parte della cinta muraria fu demolita dopo che Cagliari cessò di essere una roccaforte (fine XIX secolo). Di molte porte rimangono solo i nomi, mentre delle quattro torri rimaste in piedi la più antica, eretta dai pisani nel 1293, è la torre dello Sperone (o degli Alberti). Poco più recente è la torre dell’Aquila (in origine del Leone), incorporata nel palazzo Boyl. C’è poi la torre di san Pancrazio, edificata nel 1305. Due anni dopo fu eretta la torre dell’Elefante, detta così per la statua del pachiderma, posto su un peduccio nella parte rivolta verso il mare. Le due torri ‘gemelle’ sono opera di Giovanni Capula, costruite con conci squadrati su vestigia più antiche e suddivise in livelli da ripiani in legno.
Durante il viceregno di Dusay (1491-1508), di fronte alla basilica di Santa Croce, fu eretto un baluardo, il bastione di Santa Croce. Nel XVI secolo a cortine e torri si sostituirono pareti a scarpa e mura bastionate. Più in basso rispetto a Santa Croce, furono innalzati bastioni che arrivavano fino al baluardo dello Sperone. Dallo spianamento di quest’ultimo e del baluardo della Zecca sorse a inizio XX secolo il maestoso bastione di Saint Remy, scenografica porta d’accesso tra Villanova e Castello. Le rampe del suo scalone si snodano fino alla terrazza Umberto I. Verso nord, a difesa dell’attuale belvedere di Buon Cammino, fu creato un fronte carenato con mura verticali. Qui, fra 1552 e 1571, il nuovo assetto difensivo fu progettato dall’architetto cremonese Capellino: a lui si deve la celebre ‘tenaglia’, che rafforzò le difese di san Pancrazio. Le sue opere furono completate da Jacopo Fratino, cui si deve l’attuale aspetto del baluardo pentagonale di Santa Croce.
Pisani prima e spagnoli poi intervennero anche sugli quartieri storici. Nel 1638 le difese pisane di Villanova furono rinforzate da una muraglia che dalla torre di san Pancrazio giungeva fino all’odierno bastione di Saint Remy.
Dalla torre dell’Elefante la cinta muraria scendeva sino al quartiere Lapola (oggi Marina), nei pressi dell’odierna piazza Yenne. Al centro della Marina stava la porta del molo, ovvero l’ingresso al porto, che già nel 1535 era protetto dai bastioni di Levante e di sant’Agostino. L’ultimo intervento spagnolo riguardò proprio il molo e il fortino di San Giacomo, poi arrivarono le significative modifiche dei Savoia. L’architetto de Vincenti, su ordine di Amedeo II, diede corpo a un imponente progetto di ristrutturazione con nuove muraglie, altri due bastioni e il riassetto di San Pancrazio, dove furono rimossi fossato e ponte levatoio e nel 1727 sorse l’arsenale regio, oggi sede della Cittadella dei musei.
In questo documento straordinario possiamo vedere il Largo con baracche e altre strutture, quando ancora non esisteva il mercato e c’erano le mura che circondavano la Marina. Pochi anni dopo le strutture difensive vennero abbattute, fu costruita piazza Yenne e venne edificato il mercato, poi abbattuto nel 1957. Qui altre rare foto della seconda metà dell’Ottocento, opera di Édouard Delessert.