Cagliari, doccia fredda per gli abitanti del Villaggio dei pescatori: via libera al rigassificatore di Giorgino
I giudici del Tar di Roma hanno respinto il ricorso presentato dalle attività della zona. I timori dei residenti e delle attività del borgo e di viale Pula che non si arrendono e chiedono il trasferimento nella banchina più lontana. Presto un nuovo ricorso al Consiglio di Stato
Via libera al rigassificatore di Giorgino. I giudici del Tar di Roma hanno respinto il ricorso presentato dalle attività della zona. E ora i lavori per la costruzione della struttura industriale che dovrà accogliere le metaniere per stoccare e trasformare il gas liquido si avvicinano. Un’accelerata potrebbe darla anche lo scenario internazionale con le nuove necessità di approvvigionamento energetico nate dopo il conflitto in Ucraina. Non sono esclusi nuove opposizioni legali al Consiglio di Stato. Perché restano intatti i timori dei residenti del Villaggio dei pescatori e dei ristoranti e le attività di Giorgino che chiedono la realizzazione del rigassificatore nella banchina opposta e distante e dal borgo.
A presentare il ricorso il ristorante sono state Zenit, la coop Non Solo Mare, La Corte in Giorgino e la Sca.Fe, difesi da dagli avvocati Benedetto Ballero, Stefano Ballero e Francesco Ballero.
Nel mirino il “Terminal Gnl nel Porto Canale di Cagliari, Impianto di stoccaggio e rigassificazione di Gnl (gas naturale liquido, ndr)” a pochi passi dal vecchio borgo. Contestato soprattutto il via libera rilasciato nel 2109 dal Ministero dell’Ambiente.
Il progetto, prevede la realizzazione di un impianto di stoccaggio e rigassificazione caratterizzato da una struttura in banchina per la connessione e lo scarico del Gnl dalle navi metaniere, un complesso di tubazioni criogeniche per il trasporto del fluido nell’impianto, un sistema di stoccaggio, pompaggio e rigassificazione di parte del Gnl stoccato, oltre ad una stazione per il filtraggio, la misura e l’odorizzazione del gas naturale, necessaria per l’immissione del gas nelle reti di trasporto.
Viene messa in discussione, tra le altre cose, la scelta di collocare l’impianto in un’area vicina anche ad attività turistiche e ricettive. Non solo. I legali hanno anche sollevato dubbi sulla sicurezza anche nell’eventualità di un incidente con perdita di gas in fase di carico scarico del Gnl, soprattutto per la “nube incendiaria” come rilevato nell’ambito del documento denominato “Studio di manovrabilità e navigabilità portuale”.
Tuttavia i giudici amministrativi di Roma hanno rilevato che il Porto Canale di Cagliari costituisce l’unico porto della Sardegna incluso tra i 14 “core” italiani delle reti transeuropee di trasporto (Reti Ten-T) del regolamento europeo individuati per garantire la “disponibilità di combustibili puliti alternativi”.
Inoltre, sempre secondo i giudici, il porto è posto in un’area limitrofa al tracciato delle reti di trasporto del gas Gpl (Gas Petrolio Liquefatto) esistenti a servizio dell’area vasta di Cagliari, e questo agevolerebbe il collegamento del progetto di terminal Gnl alla rete già esistente a servizio dell’area vasta del capoluogo, oltre che collocato in prossimità al luogo di installazione del progetto di metanodotto (vicino alla dorsale Sarroch-Oristano-Porto Torres).
Il progetto dunque ha il via libera. Restano solo le incognite e le paure degli operatori di Giorgino e degli abitanti del Villaggio dei pescatori.