Cagliari, la fontana romana fa slittare i lavori della metro in piazza Matteotti: “Serviranno più soldi per i reperti”
Il ritrovamento di un acquedotto sotto piazza Matteotti fa sfumare il sogno dei convogli che entrano dentro la stazione. Carlo Poledrini dell’Arst: “Capolinea da spostare, analisi anche su alcune mura antiche. Spero che i cantieri vengano riaperti in tempi rapidi”
La data di dicembre 2024? Si può già cancellare dal calendario, almeno per tutti quelli che avevano cerchiato quel mese e quell’anno come quello del taglio del nastro della nuova metropolitana da piazza Matteotti a piazza Repubblica a Cagliari. Il ritrovamento di una fontana di epoca romana sotto la stazione dei treni, ultimo tassello di un lungo acquedotto insieme a delle mura antiche ancora sotto analisi da parte della Soprintendenza, ha portato al blocco del cantiere. Ed è difficilissimo, ora, poter rispettare i tempi, anche se attorno a piazza Repubblica gli operai vanno avanti senza sosta. Il capolinea andrà sicuramente spostato: “Non sarà più dentro la stazione, visto che è lì che sono stati trovati i resti della fontana e anche di alcune mura antiche, ma direttamente in piazza Matteotti”, afferma il direttore centrale dell’Arst, Carlo Poledrini. “E serviranno altri soldi, che dovranno reperire Regione, Comune o direttamente il ministero dei Beni culturali, per quanto riguarda la tutela dei beni storici ritrovati. I reperti non potranno essere spostati ma dovranno restare lì, potrebbero diventare anche un’interessante attrazione per i turisti”. Ben venga la fame di cultura e conoscenza, ci mancherebbe. Ma, sul fronte dei trasporti, lo stop al cantiere non è certo stato indolore.
“Esamineremo, con la Regione e il Comune, tutte le ipotesi di lavoro per tenere conto di quanto segnalato dalla Soprintendenza. La fermata capolinea sarà spostata sulla piazza, avremo qualche decina di metri in meno. Il mio augurio”, conclude Poledrini, “è che i lavori possano ripartire al più presto. Tutti dobbiamo prendere una decisione, ma i tempi devono essere rapidi. C’è in gioco il diritto alla mobilità dei cittadini”.