La rabbia del proprietario di “Mare forza 9”. L'Agci: «Ci difenderemo in tutte le sedi»
Tutto è iniziato con un blitz dei Nas nei tre chioschi di Cagliari e nei sette di Quartu. Le irregolarità contestate (qualche abuso edilizio, mancanza di autorizzazioni e in qualche caso carenti condizioni igienico-sanitarie) hanno portato alla loro chiusura immediata, lo scorso marzo. Eppure era dal 2006 che i gestori attendevano un segnale dai Comuni per il rinnovo della convenzione. Nell'attesa sono scadute anche le licenze commerciali ed edilizie. Oggi più di cento persone sono alla fame, non solo i titolari delle attività e i loro dipendenti ma anche i pescatori che facevano parte dell'indotto, nel quale erano compresi anche giardinieri e operai.
LA RABBIA «Abbiamo sempre chiesto come fare a metterci in regola ma ci hanno sempre ignorato - si sfoga Renzo Carta il titolare di “Mare Forza 9”, il primo chiosco di ricci che s'incontra sul lungomare cagliaritano - tutto questo avviene dopo aver pagato più di 30 mila euro di suolo pubblico alla Regione dal 2002 e 1600 euro all'anno di rifiuti solidi urbani: era l'unica nostra fonte di reddito, ma i politici, che si fanno vivi solo per i voti, ci hanno rovinato». Carta è pieno di rabbia: «Perché non ci ascoltano e ci bocciano tutto? Io a 56 anni che altro dovrei fare? Ci diano le regole ma ci lascino lavorare».
AGCI Un appello che arriva anche dal segretario regionale dell'associazione generale delle cooperative italiane (Agci). «Sono disperati - assicura Sergio Cardia - il Comune di Quartu ci ha presentato la tipologia delle nuove strutture, noi siamo d'accordo purché ci diano subito le autorizzazioni e gli spazi per riprendere l'attività: non siamo in concorrenza con i ristoratori, c'è spazio per tutti». Sotto il profilo legale, l'avvocato Francesca Calabrò, che rappresenta alcuni ricciai, fa sapere che «penalmente aspettiamo la chiusura delle indagini e in quella sede ci difenderemo: civilmente siamo speranzosi che qualcosa si sblocchi anche perché siamo tornati indietro, prima del 2001». Se (e come) i chioschi riapriranno i battenti si saprà solo dopo il Pul, il Piano di utilizzo del litorale bloccato in Comune. «Si troverà una soluzione coerente con la direttiva Ue, con l'espletamento di una gara. La volontà - assicura l'assessore alle Attività produttive Paolo Carta - è di venire incontro a ricciai e pescatori». Per vendere i ricci, invece, «basta una banchinetta lavabile e sterilizzabile, mentre per la polpa bisognerà seguire le direttive Asl che impongono la vendita all'interno di una zona chiusa: stiamo pensando ad alcuni box nei mercati di via Quirra e Santa Chiara.». (c. ra.)
08/11/2009