Stadio Is Arenas, Giulini contro Milia: "Sui fondi pubblici demagogia inutile"
CAGLIARI. Botta e risposta sulla vicenda del vecchio stadio del Cagliari a Is Arenas tra il sindaco di Quartu, Graziano Milia, e il presidente rossoblù Tommaso Giulini. Nei giorni scorsi dopo il fallito tentativo di conciliazione tra l'amministrazione comunale e la società rossoblù per trovare un accordo che consentisse di riqualificare la struttura, Milia aveva attaccato il numero uno del Cagliari: "Sorprende che a fronte dell'atteggiamento sempre aperto e dialogante mantenuto in questi anni da parte del Comune di Quartu la società sportiva si sia arroccata in una chiusura totale, tanto più ora che si appresta a ricevere un'enorme quantità di finanziamenti pubblici per la realizzazione di un nuovo stadio a Cagliari".
Oggi la replica di Giulini affidata a una nota: "Il contributo pubblico d’equilibrio viene destinato ad un project financing nel quale l’aggiudicatario di un bando d’appalto internazionale (anch’esso pubblico e accessibile a chiunque) otterrà una concessione cinquantennale, al termine della quale l’impianto tornerà nella piena disponibilità del Comune di Cagliari. Una apposita società, composta attualmente da Costim e dal Cagliari, parteciperà a questa gara ed a prescindere dall’esito, tutt’altro che scontato, il club avrà in ogni caso l’obbligo di pagare un cospicuo canone annuale per l’utilizzo del nuovo stadio, come imposto da qualsiasi convenzione di concessione di un’opera pubblica”.
“Sono aspetti fondamentali e dirimenti – conclude Giulini – se si ritiene di voler commentare e valutare correttamente la questione, evitando inutili demagogie. Voglio infine rimarcare come a Quartu si siano alternate in tutti questi anni diverse giunte e nessuna di esse si è rivelata all’altezza nel gestire la vicenda Is Arenas. L’esatto contrario di quanto avvenuto a Cagliari dove - dal 2015 ad oggi - sul progetto intrapreso per il nuovo Sant’Elia, le varie maggioranze - seppur tra loro di differenti colori politici - non hanno mai fatto mancare la collaborazione".