Contrasto alla povertà, la rete Alimentis: “Assistiamo migliaia di persone con cibo, vestiti e medicine”
La pandemia ha lasciato sul terreno un numero alto di nuovi poveri, che si aggiungono alle persone che già soffrivano per la crisi economica e per condizioni di vita al di sotto della sussistenza in cui la priorità è spesso, molto semplicemente, mettere insieme il pranzo con la cena. “Quando arrivo a Sassari e vedo ogni giorno 300, 350 persone in fila per mangiare mi ricordo di quanto la situazione sia drammatica”, racconta Tarcisio Nazzari, che questi problemi si trova a gestirli quotidianamente. Tempo fa insieme alla Fondazione di Sardegna ha creato un progetto chiamato Alimentis che si pone l’obiettivo di dare una risposta concreta alle esigenze di vita di migliaia di famiglie. Cibo in primis, ma anche vestiti, protesi dentarie e non solo.
Tutto parte da un progetto analogo che Nazzari seguiva insieme all’Agenzia regionale del lavoro e che intercettava i prodotti a lunga scadenza della grande distribuzione: quegli alimenti che mantenevano salubrità anche dopo un certo periodo e che si potevano redistribuire presso le famiglie bisognose. Quando il progetto è stato chiuso nel 2016 il team si è ritrovato con un patrimonio di esperienza sul campo ma anche con una certa consapevolezza dei limiti di quel progetto. Così nasce un dialogo con la Fondazione e con l’allora presidente Antonello Cabras, che si convince della necessità di mettere in campo una serie di strumenti e di iniziative per dare assistenza ai bisognosi. “Ci siamo detti: coinvolgiamo tutti i soggetti che possono dare un contributo a creare un grande progetto solidale”, racconta Nazzari. Quindi la Fondazione, certo, ma anche la Regione, i grandi distributori, i produttori. “Abbiamo messo intorno a un tavolo diversi soggetti che hanno deciso di condividere un percorso e lavorare insieme. Nel 2019 Alimentis è nato ufficialmente”.
I fondi regionali – programmati per un biennio – sono arrivati tutti insieme in un momento cruciale: l’inizio della pandemia. E il ruolo del consorzio è stato importante per provare a lenire le sofferenze causate a migliaia di persone che – da un giorno all’altro – si sono trovate senza la possibilità di lavorare. Caritas, San Saturnino Onlus, Gruppo di volontariato vincenziani e Casa della fraterna solidarietà sono i soggetti attivi che si preoccupano quotidianamente di dare da mangiare a chi ne ha bisogno. “Il ruolo di Alimentis è stato riconosciuto a livello regionale al punto che la Regione l’anno scorso ci ha chiesto di sostenere i comparti in difficoltà, tipo i pomodori per l’industria: una parte delle risorse le abbiamo usate per acquistare dai produttori in crisi giacenze che avevano nei loro depositi. Quindi non solo contrasto alla povertà ma azione sociale in senso più ampio”, racconta Nazzari.
Se la missione principale è chiara – rispondere a un bisogno primario di sfamare gli indigenti – matura ben presto l’idea che per contrastare la povertà tutto questo non basta. “Puoi anche dare da mangiare a una persona, ma se non ha i denti o una bombola per cucinare o – più in generale – ha le scarpe sfondate c’è una difficoltà oggettiva”, spiega Nazzari. Così Alimentis ha iniziato a diversificare. “Il nuovo presidente della Fondazione, Giacomo Spissu, ha elogiato il nostro lavoro e ha deciso di sostenerlo ancora di più per sostenere le famiglie disagiate in modo più incisivo. Ci sono persone che hanno bisogno di accedere ai servizi sanitari, che non hanno nemmeno la tessera sanitaria e sono praticamente invisibili. La Caritas gestisce un poliambulatorio e la Casa della fratellanza fornisce protesi dentarie nella loro sede. A Sassari e a Cagliari cerchiamo di fornire occhiali ai bimbi dopo visita oculistica, o prodotti da banco. Proprio in questi giorni incontrerò i dirigenti dell’associazione farmacisti per verificare le condizioni di miglior acquisto di prodotti utili in questo ambito. A volte ci sembra troppo poco quello che facciamo, ma grazie all’aumento dei contributi della Fondazione possiamo dare un sostegno anche più marcato. Lo stesso vale per la Regione. Abbiamo lavorato bene con l’ex assessora Alessandra Zedda, ma anche Ada Lai ha confermato un grande impegno per il nostro progetto”.
Oltre mille volontari sono impegnati a livello regionale e sono operative diverse mense e alcuni centri di distribuzione. “La povertà è in crescita, ci sono circa 200mila persone che vivono tra povertà assoluta e relativa. Nelle aree urbane c’è maggiore incidenza”. Alimentis non assiste solo sardi: c’è una buona incidenza di migranti e ora seguiamo anche famiglie ucraine rifugiate. In questo caso la Caritas li mette nella condizione di poter acquistare direttamente i loro alimenti grazie ad accordi con la grande distribuzione, per tutelarne la dignità. Non facciamo distinzioni ma loro già vengono da una situazione di sofferenza aggiuntiva perché scappano da una guerra e sono sradicati dalla loro comunità”. Alimentis fornisce anche vestiti. La San Saturnino ha un deposito enorme a Cagliari che è stato adibito anche a raccogliere capi d’abbigliamento e lo stesso la Casa della fraterna solidarietà. “Ora stiamo ragionando anche sui progetti degli empori solidali – racconta Nazzari -, piccoli spacci dove le famiglie indigenti possono fare la spesa con una tessera che forniamo noi. E stiamo iniziando a ragionare su forme di scambio. Faccio un esempio: molti artigiani sono entrati in sofferenza negli ultimi anni. Abbiamo iniziato ad aiutarli e abbiamo chiesto loro dei lavoretti in cambio, per difendere la loro professionalità. Una signora molto anziana viveva in un a casa umida e fatiscente. L’abbiamo messa in contatto con un artigiano che le ha dato una mano a sistemare la casa. In questo modo il sostegno non viene percepito come elemosina”.