Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il vescovo invoca il martirio quotidiano

Fonte: La Nuova Sardegna
2 novembre 2009

SABATO, 31 OTTOBRE 2009

Pagina 2 - Cagliari

Nel solenne pontificale di San Saturnino monsignor Mani chiede per Cagliari inermi capaci di dare la vita per amore



Pochi fedeli e nessuna autorità alla celebrazione tranne il sindaco che assiste in solitudine




MARIO GIRAU
CAGLIARI. La città oggi più che mai ha bisogno di martiri. Anche se non destinati a versare materialmente il sangue e a essere perseguitati a causa della fede, c’è necessità di inermi capaci di dare anche la vita per amore.
L’attualità del martirio è stata riproposta dall’arcivescovo nella messa solenne celebrata in onore di san Saturnino, patrono di Cagliari. Tutte le grandi cause sono costruite su un supplemento d’anima e di sacrificio, anche nella quotidianità. “Senza il martirio di un marito o di una moglie che si spendono totalmente per i figli e per il coniuge, la famiglia rischia il tracollo”, ha detto monsignor Giuseppe Mani. La situazione della famiglia è in cima alle preoccupazioni pastorali dell’episcopato sardo, che valuta le dimensioni di una crisi col metro delle oltre 3000 richieste di divorzio e separazione presentate nel 2008 presso le cancellerie dei tribunali.
“Le nostre chiese vivranno - ha aggiunto il presule rivolto a 40 sacerdoti e ai vescovi Piergiuliano Tiddia, Tarcisio Pillolla e Mosè Marcia concelebranti nella basilica dedicata al santo - se noi preti saremo in grado di dare la vita per le nostre comunità”. Eroi moderni, ovviamente. Monsignor Mani ne ricorda due per tutti. La prima si chiama beata Gianna Beretta Molla, madre di famiglia, che pur di non abortire mette al mondo il quinto figlio sapendo di rischiare la vita. Il secondo è padre Massimiliano Kolbe, che nel campo di concentramento di Oswiipcim, tristemente famoso, liberamente si offre di prendere il posto di un prigioniero condannato per ingiusta rappresaglia a morire di fame con altri nove internati. Nel bunker della morte il futuro san Massimiliano fa risuonare con la preghiera il canto dell’amore unica forza creatrice: il 14 agosto 1941, vigilia della festa della Assunzione di Maria SS., la ferocia nazista stronca la sua esistenza terrena con una iniezione di acido fenico.
Spaventa la parola martirio. Ma il coraggio e il sangue della fede hanno costruito la chiesa cagliaritana e sarda. Di fede parla anche gran parte della zona intorno a cui è costruito il tempio destinato a custodire il corpo del giovane Saturnino, martirizzato secondo la tradizione nel 304. Qui sorgeva il monastero edificato, intorno al VI secolo, da Fulgenzio di Ruspe esiliato in Sardegna con decine di vescovi africani a causa del loro attaccamento all’ortodossia cristiana.
Una fede storica e moderna insieme, da ricordare favorendo una maggiore partecipazione dei fedeli. La collocazione antimeridiana del solenne pontificale impedisce a molti fedeli di presenziare alla celebrazione religiosa. E tra le autorità ieri il sindaco Emilio Floris ha così assistito al rito in perfetta solitudine.