Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pietrantonio: «Serve unità, non guerre»

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2009

il sovrintendente 



I sindacati hanno bocciato il suo programma di riduzione del disavanzo, ritenendolo inadeguato. Ed hanno proclamato quattro giorni di sciopero, il primo dei quali già consumato. Lui, accusato di incapacità gestionale assieme alla dirigenza della Fondazione, continua a dirsi sorpreso. «Io questo sciopero non lo capisco».
Maurizio Pietrantonio, violionista, allievo di Stockhausen e Brengola, manager teatrale dal 1985, sovrintendente del Lirico dal 2003 (scadenza luglio 2010), è convinto che, anzi, la sua gestione sia stata virtuosa e abbia fatto conquistare a Cagliari il rispetto del mondo della musica. «Abbiamo ereditato un teatro da commissariare ed abbiamo chiuso cinque bilanci in pareggio, aumentando l'occupazione e garantendo una programmazione di qualità nonostante l'emorragia costante dei fondi. Non a caso grazie ai pareggi in bilancio dovremmo usufruire anche di ulteriori fondi di premialità del Fondo unico per lo spettacolo previsti da una legge, che però non ci danno».
I problemi di Pietrantonio sono un debito patrimoniale (ad oggi 25,5 milioni, cui dovrebbero sottrarsi 5,9 milioni dei contributi degli enti locali al momento bloccati) pari più o meno al bilancio annuale e il deficit di bilancio annunciato di due milioni, al quale contribuiscono i «900 mila euro di interessi passivi che paghiamo a causa del ritardo delle erogazioni degli enti».
Ecco perché in questi giorni Pietrantonio sta bussando a molte porte, a Cagliari e a Roma, per ottenere un po' di soldi. «Incontri informali, diciamo che sfrutto tutte le mie conoscenze e lo faccio sapendo di essere una persona credibile che rappresenta una fondazione credibile».
Ai sindacati dei circa 350 dipendenti (tra fissi e precari) il 22 ottobre scorso ha chiesto 20 giorni per sondare il terreno. Ed ha sollecitato pazienza e unità: «Questo è un momento di crisi, un periodo delicato per tutti i teatri, proseguire nella frammentazione sarebbe deleterio».
Nei giorni scorsi hanno protestato anche i musicisti inscenando un Va' pensiero con la bocca chiusa da un cerotto nel corso della serata di gala del premio letterario Alziator. Lui continua a non capire: «Sono un musicista anche io e capisco i problemi, ma le risposte scomposte non servono».
Uno dei nodi da sciogliere è il disimpegno della Provincia che dopo aver sottoscritto un patto biennale per il 2007 e 2008 non solo non ha pagato la quota dell'anno scorso ma non si è ancora pronunciata per quest'anno. «Ho parlato con l'assessore Comandini, che mi dice di non poter garantire nulla». Tutto questo accade alla vigilia dell'inaugurazione del Parco della musica: «Le istituzioni ci devono dire, e devono dimostrarlo con i fatti, se credono in questo teatro e nei suoi progetti o no». (f. ma.)

01/11/2009