Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La partita degli abusivi fuori dal S. Elia

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2009

Davanti allo stadio alcuni parcheggiatori chiedono «un contributo per la sicurezza»

Tassa di due euro per evitare problemi alle auto in sosta

Ogni domenica, quando il Cagliari gioca in casa, il rito si ripete: uno stuolo di abusivi chiede «un contributo per la sicurezza dell'auto».
Salvatore, professione posteggiatore abusivo, vede la preda da lontano e colpisce in un secondo, appena la vittima tira il freno a mano: «Un'offerta per il parcheggio», chiede a raffica mentre in lontananza cominciano a sentirsi trombe da stadio e cori degli Sconvolts. Dice, mentendo, che gli affari non vanno tanto bene: «Al massimo si possono fare 20 euro al giorno, non di più. Quasi non ne vale la pena». In realtà, insieme agli altri 5 colleghi che si spartiscono il parcheggio “Cuore”, davanti al Sant'Elia, riesce a mettere in tasca anche 100 euro in un paio d'ore.
E la candida «offerta», chiesta con toni flautati di fronte a una penna e un taccuino, pochi minuti dopo diventa «un contributo per la sicurezza dell'autovettura», quando si tratta di convincere i più restii a frugare nelle tasche alla ricerca dell'obolo. «Sappiamo che è illegale. Nelle altre zone della città, se ci provi, ti chiamano gli sbirri. Qui si può, e comunque la gente è libera di non darci soldi».
POMERIGGIO DI LAVORO Alle 14 i posteggiatori sono solo due: visiera del cappellino calata sul volto, una felpa arancione legata in vita. Le richieste sono cortesi e i risultati arrivano: una Punto rossa concede un euro, il proprietario di un'Opel Astra ne allunga addirittura due. A volte va peggio: «Prima mi hanno dato sette centesimi». Il traffico è ancora leggero, i tifosi sono ancora pochi. Alle 14,30 gli abusivi diventano sei: ognuno ha la propria griglia da battere, un settore da tenere sotto controllo. «Ma qui non è come a Napoli, non c'è un'organizzazione che gestisce la sosta», assicura uno di loro.
GLI AUTOMOBILISTI I parcheggi nel perimetro dello stadio sono liberi da offerte e contributi illegali: camionette zeppe di poliziotti, fuoristrada stipati di carabinieri e pattuglie della Guardia di finanza tengono lontani gli adepti del racket. Ma oltre il cavalcavia, nell'area di sosta che si affaccia direttamente sul mare, comandano loro.
«Certo che ho pagato: ho la macchina nuova, si sa che è meglio accontentarli per evitare sorprese», avverte un tifoso mentre sventola un biglietto per la zona "distinti". Qualcun altro scende dall'auto, ascolta la richiesta e dopo aver frugato nelle tasche, risponde scuotendo la testa: «Non ho nulla». Salvatore il parcheggiatore sentenzia: «Non è un problema, sarà per la prossima volta».
La paura di ritrovare l'auto danneggiata alla fine della partita però convince quasi tutti a quotarsi. «Pago come tutti», dice Walter Cadeddu, abbonamento in curva nord, «ma non è giusto: sono soldi rubati, la polizia dovrebbe fare qualcosa e invece tollera che ci sia questa estorsione». Anche Roberto Vargiolu, in arrivo da Villasimius, è dello stesso avviso: «Nei parcheggi a “Cuore” c'è totale anarchia: purtroppo chi arriva tardi è costretto a lasciare l'automobile qui e assecondare le richieste degli abusivi. Non ho mai visto un vigile».
In effetti le auto delle forze dell'ordine passano, lanciano uno sguardo e vanno via. I parcheggiatori non si preoccupano: «Qui è tollerato, non ci sono mai stati problemi con i “giustini”», spiega uno di loro millantando una sorta di zona franca delimitata dal cavalcavia.
Il business si ripete a settimane alterne durante ogni campionato: centinaia di “offerte”, moltiplicate per venti partite. «Oggi non guadagneremo molto», conclude il ragazzo, «c'è l'Atalanta e non credo ci sarà molto pubblico». Tra sei giorni si replica: a Cagliari arriverà la Sampdoria. E al Sant'Elia torneranno anche i parcheggiatori.
MICHELE RUFFI

02/11/2009