Una tenda sotto i portici
Prosegue ad oltranza la protesta dei precari del Comune. Dopo il caos di martedì, con il Municipio assediato da una sessantina di lavoratori e tre operai avvinghiati per ore alle inferriate, ieri il sit in è andato avanti per l'intera giornata con un folto gruppo di precari che ha picchettato l'ingresso del palazzo. I lavoratori hanno trascorso la notte sotto i portici, dormendo in una tenda e, durante il Consiglio, hanno rumoreggiato con trombe e fischietti. «Vogliamo essere stabilizzati subito», afferma Sandro Lecca, 61 anni, operaio specializzato. «Io lavoro da 19 anni e sono stufo di aspettare». Arrabbiato anche Roberto Saddi, 36 anni, ex custode. «Da due anni non lavoro più - racconta - e non so come andare avanti. Vivo con i miei genitori invalidi al cento per cento e una sorella disabile. Campiamo con la sola pensione di mio padre (500 euro)».
IL SINDACATO Al fianco dei precari si è schierata la Cgil. «Ad agosto», spiega Luca Locci, segretario provinciale della Funzione pubblica, «la Regione ha approvato nel collegato alla Finanziaria la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. È vero che il ministro Fitto ha contestato il provvedimento, ma non ha realmente impugnato la legge che quindi è applicabile». Lo dimostrerebbe il fatto che diversi Comuni e la stessa Provincia starebbero stabilizzando i loro precari.
LA REPLICA Tuttavia per l'assessore al Personale Giuseppe Farris la realtà è un'altra. «Come Tremonti, anch'io considero il posto fisso un valore ma nel caso specifico queste persone che protestano non possono essere considerati tecnicamente dei precari. Ciò in base alla legislazione nazionale che stabilisce requisiti di tempo e di contratto di cui queste persone non sono in possesso». E non importa se la legge regionale dello scorso agosto stabilisce requisiti diversi. «Perché su quella norma - ribatte - è stata sollevata una questione di incostituzionalità da parte del ministro Fitto ed è stato avviato un tavolo tecnico con Cappellacci per apportare le opportune modifiche». Ne consegue che bisognerà aspettare la promulgazione di una nuova legge regionale. «Se nel frattempo altri enti si sono comportati in maniera diversa se ne assumeranno la responsabilità giuridica. Noi non accettiamo lezioni da nessuno. I nostri veri precari erano 109 e li abbiamo già stabilizzati un anno e mezzo fa». ( p. l. )
29/10/2009