Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zone franche, adesso si parte davvero

Fonte: L'Unione Sarda
29 ottobre 2009


Meno tasse per le nuove imprese a Cagliari, Quartu e Iglesias

Il ministro dello Sviluppo economico Scajola ha firmato ieri a Roma i contratti per le nuove zone franche urbane.
DAL NOSTRO INVIATO
GIULIO ZASSO
ROMA Arriva il taglio del nastro, c'è la firma sulle prime ventidue zone franche urbane d'Italia. Sant'Elia, l'area artigianale sulla "554", ma anche una bella fetta di Poetto e quasi tutto il centro di Iglesias salgono sul treno della "defiscalizzazione". Si scommette sulle «potenzialità di sviluppo» delle aree disagiate del Sud, con un piano disegnato per attirare le imprese in grado di dare occupazione. Cagliari, Quartu e Iglesias entrano nella partita (cento milioni di copertura finanziaria) organizzata dal governo (le basi erano state gettate nell'era Prodi).
La cerimonia al ministero per lo Sviluppo economico apre la fase operativa: «E' un grande atto di fiducia verso il Mezzogiorno», annuncia il ministro Claudio Scajola. «Siamo convinti che questa iniziativa possa fornire un contributo rilevante per il rilancio dell'economia nei territori disagiati». Via le imposte sui redditi, e anche Ici, Irap e contributi previdenziali. Le piccole (fino a 50 dipendenti) e le micro-imprese (fino a 10 dipendenti) potranno svilupparsi nelle aree defiscalizzate con costi ridotti al minimo.
LA FIRMA SUI CONTRATTI Al ministero di via Veneto è il giorno della firma. I ventidue sindaci (anzi, ventitré, perché una zona franca è compresa tra Massa e Carrara) sottoscrivono il protocollo col Governo proprio nel giorno in cui arriva da Bruxelles il via libera formale per il progetto di sostegno alle imprese. A Roma c'è il presidente della Regione Ugo Cappellacci e ci sono i primi cittadini Emilio Floris (Cagliari), Gigi Ruggeri (Quartu) e Pierluigi Carta (Iglesias). «Con la consegna al Paese delle zone franche urbane, si irrobustisce l'impalcatura del piano straordinario per il Sud voluto dal governo», spiega Scajola. «Per la prima volta prevediamo per i quartieri più degradati un sostanzioso pacchetto di agevolazioni. Si incentiverà così la nascita di nuove imprese fino a 50 addetti».
Nelle prossime settimane «una task force del ministero metterà a disposizione degli imprenditori delle ventidue aree interessate le istruzioni necessarie per arrivare alle agevolazioni». Le risorse messe a disposizione dal Governo prevedono per ora 5 milioni e 80 mila euro per Quartu, 4 milioni e 280 mila euro per Cagliari e 3 milioni 827 mila per Iglesias.
IL RUOLO DELLA REGIONE Il governatore Ugo Cappellacci parla di «strumento di sviluppo importante», che «vede la Sardegna protagonista con i suoi tre comuni su tre (era il tetto previsto dal bando per ogni regione). C'è davvero la possibilità di ottenere buoni risultati, anche alla luce dei piani strategici di quei territori». Le risorse iniziali, però, non sembrano assicurare una grande apertura di credito: «Gli stanziamenti finanziari, per definizione, non sono mai abbastanza», sottolinea Cappellacci. «Ma costituiscono un'ottima base, in relazione allo strumento operativo che è stato scelto».
Anche viale Trento potrebbe fare la sua parte: «La Regione svolgerà un'attività di partecipazione e di coordinamento. E magari potrebbero essere stanziate ulteriori risorse, per creare un effetto leva che ci consenta di raggiungere i massimi risultati». Il capo della Giunta sarda si augura che l'iniziativa delle zone franche urbane «possa presto essere allargata ad altri territori dell'Isola».
I PASSAGGI CRITICI La firma sui contratti non porta con sé ancora il regolamento attuativo delle zone franche urbane. Così sindaci e imprenditori dovranno attendere almeno sino a novembre, prima di poter attivare realmente il piano delle zone franche urbane. Nella maggior parte dei territori, peraltro, i comuni saranno chiamati a dotarsi di infrastrutture adeguate per sostenere le attività d'impresa. Ma gli eventuali investimenti delle amministrazioni locali dovranno fare i conti con i vincoli rigidissimi del patto di stabilità che limita i piani di spesa. Altro nodo: l'iter per le esenzioni deve passare al vaglio dell'Agenzia delle entrate. Burocrazia obbligata per evitare infiltrazioni di eventuali organizzazioni criminali. Si eviteranno così brutte sorprese, magari i "prendi soldi e scappa", ma verranno rallentati i piani di sviluppo.
CAGLIARI Nel capoluogo la zona franca è concentrata a Sant'Elia, ma le agevolazioni fiscali saranno attivate anche in alcune aree vicine, come viale Poetto, via Tramontana e via dei Tritoni. «Una grande opportunità per il rilancio di un quartiere fondamentale della nostra città», spiega il sindaco Emilio Floris. «Il governo mette sul piatto un quantitativo di risorse. Non si può certo considerare infinito, ma aprirà certo scenari importanti per lo sviluppo economico e sociale del quartiere». Il primo cittadino di Cagliari intravede anche la possibilità di arrivare in fretta a nuove risorse: «Sono certo che la Regione farà la sua parte e potremo così scommettere sul rilancio di un quartiere dalle grandi potenzialità». D'altronde, «la nostra amministrazione è già impegnata nella riqualificazione urbana e sociale del quartiere. Il progetto del lungomare e il nuovo porto regaleranno poi la marcia in più a chi sceglie di fare impresa a Sant'Elia».
QUARTU Nella città alle porte del capoluogo la zona franca urbana interesserà i rioni di sa Forada, Sant'Antonio, Sacro Cuore, nonché una parte del centro storico e l'area di Is Arenas. Ma c'è anche la zona artigianale della 554 (Sa Serrixedda, Pirastu, Su Paris e Pardinixeddu). Sarà zona franca anche il tratto di Poetto compreso tra la Bussola e Margine Rosso.
L'amministrazione quartese è riuscita ad articolare il piano di "defiscalizzazione" su diverse porzioni di territorio: «In questo modo potremo rivitalizzare in varie direzioni il tessuto economico della nostra città», spiega il sindaco Gigi Ruggeri. «Ci siamo impegnati su tre fronti. Quello della zona artigianale, che sta decollando lungo la cintura della 554 (e la notizia della zona franca sta rendendo l'area molto appetibile)». Poi c'è «il centro storico, nell'ottica dello sviluppo della qualità urbana». Infine l'asse Poetto-Molentargius: «Sul litorale si giocheranno le partite dell'ambiente e del turismo».
IGLESIAS La zona franca urbana attraversa il cuore di Iglesias. Si parte dal centro storico, si arriva sino ai quartieri di Palmari, Campo Romano, Serra Perdosa. Progetto organico e tutta la città dentro: oltre un centinaio di strade potrebbero ospitare attività imprenditoriali con le esenzioni fiscali. «E' un risultato estremamente positivo per la nostra città», osserva il sindaco Pierluigi Carta, «che arriva sullo slancio del piano strategico che abbiamo definito nel 2006». Solo che «la zona franca non può essere abbastanza se non è sostenuta da iniziative di supporto, a partire da un piano di infrastrutture».
Per questo il primo cittadino di Iglesias auspica «il sostegno dei fondi Fas, quelli destinati alle aree sottoutilizzate del Paese». L'obiettivo: «Trasformare la città in un grande centro commerciale urbano che parta dal quartiere storico e arrivi sino a Serra Perdosa».

29/10/2009