Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Villanova, cantieri aperti e affari in crisi

Fonte: L'Unione Sarda
28 ottobre 2009

Lavori in corso sulle strade del quartiere. Proposta al Comune: non fateci pagare le tasse

I commercianti: pochi clienti, i nostri incassi quasi dimezzati

Quartiere sottosopra per i numerosi cantieri aperti. E i commercianti ora protestano.
A Villanova, quattro chiese in pochi metri, il suono delle campane annaspa in mezzo al rumore delle betoniere e dei martelli pneumatici. La vita di Lucio Brughitta, cinquantaquattro anni e un'edicola tra via San Giovanni e via San Rocco, è cambiata nel giro di tre mesi. Lavoro tranquillo e sicuro, buon giro di clientela, incassi regolari. Un mondo che adesso è sottosopra, come le strade del quartiere.
PROTESTE «Da quando sono arrivate le ruspe, guadagno il 70 per cento in meno: qui non passa più nessuno, ho problemi anche con la distribuzione dei giornali, una parte devo andarmela a prendere tutte le mattine da un collega. Sono allo stremo». È in buona compagnia: parlare con i commercianti del rione significa ascoltare un put-pourri di lamentele, causa fatturati asfittici e imprese sull'orlo del baratro. Dietro una trincea di quotidiani e periodici patinati, Brughitta ha già deciso di sventolare bandiera bianca: «Chiuderò entro l'anno: pago troppe tasse in confronto a quello che metto in tasca».
CANTIERI APERTI Cronaca di una morte annunciata: anche la riqualificazione di Marina ha sfrangiato un tessuto commerciale che solo oggi, ad anni di distanza, si sta ricucendo. I cantieri del quartiere nel frattempo vanno avanti: il primo lotto (da via Sulis a via Bosa, appalto da 3 milioni e 800 mila euro), come assicura la direttrice dei lavori Roberta Farris, verrà consegnato dalla società Isof srl ad agosto 2010. Tutto secondo le previsioni. E la seconda tranche, quella che servirà a completare via San Giovanni (gara da un milione di euro, vinta dalla Cementi armati precompressi spa), verrà terminata a luglio. O almeno queste sono le speranze. Per ora la prima strada completata è via San Giacomo: sottoservizi nuovi, illuminazione finalmente degna di questo nome, pavimento in granito con sampietrini al centro della carreggiata. Manca solo il collaudo, poi verrà riaperta. La piazza invece è ancora in alto mare: «Abbiamo già steso il massetto, manca solo la pavimentazione, che abbiamo rimandato perché dovremmo stravolgere la viabilità», spiega la direttrice.
ESONERO TASSE Per il momento sono le speranze degli imprenditori di via San Giovanni ad essere stravolte: «Siamo completamente isolati: ci avevano assicurato che la strada sarebbe stata liberata entro la fine di ottobre, invece i lavori sono ancora a metà. Gli incassi? Si sono ridotti a un terzo», racconta Piero Solinas, proprietario della pizzeria New Point. Le auto sono costrette a fermarsi 50 metri prima e chi vuole avventurarsi a piedi fino all'ingresso deve farlo in un corridoio di reti metalliche largo poco più di un metro. I negozianti della strada si sono riuniti sabato scorso per fare il punto di una situazione disastrosa insieme al presidente della circoscrizione Gianfranco Carboni. E il summit ha decretato: serve un aiuto, e subito. «Chiediamo un esonero dalle tasse comunali fino alla fine dei lavori», propone il numero uno dell'assemblea di quartiere. Ipotesi che l'assessore alle Attività produttive Paolo Carta ha già considerato: «Se i cantieri dureranno più del previsto, chiederò al sindaco l'esenzione Ici e Tarsu per i negozianti in difficoltà».
TEMPI Efisio Zamuner, titolare di un bar in via San Giovanni insieme ai figli Michele e Carlotta, si sforza di immaginare la Villanova del futuro: «Quando finiranno i lavori avremo un altro rione, arriveranno nuovi residenti e turisti. Già vedo l'estate prossima: vorremmo una zona pedonale, almeno il sabato, per ospitare un piccolo mercatino. Abbiamo un'idea: panchine sul marciapiede e teloni da un palazzo all'altro, per coprire la strada». Si tratta solo di stringere i denti: «Se questo è il momento più difficile, mi sta bene. Gli incassi sono calati, i disagi sono tanti, ma alla fine ci guadagneremo tutti».
MICHELE RUFFI

28/10/2009