Cagliari, la tassa sui rifiuti non va giù: “Aumenti per bar e pizzerie”
Costi invariati nonostante il nuovo sistema introdotto per il ritiro del secco che avrebbe dovuto garantire un risparmio per le famiglie cagliaritane. “Colpa dell’inflazione e degli aumenti, ma servizio migliorato”, si difende il Comune. Opposizione all’attacco: “Anche alberghi e ristoranti pagheranno di più”.
Nessuna diminuzione. La giunta Truzzu, lo scorso anno, aveva prospettato un calo della tariffa per il ritiro dei rifiuti col nuovo sistema avviato per la gestione del secco delle utenze domestiche. Ma “l’inflazione e i costi legati al miglioramento del servizio” hanno eroso tutto il risparmio legato alla tariffazione puntuale. “Niente aumenti”, dunque, si difende la giunta Truzzu “e servizio migliorato”. “Non è così”, attacca invece l’opposizione, “senza i fondi del Governo dell’anno scorso, ci sono aumenti per le utenze non domestiche. Soprattutto per bar e pizzerie”.
Mentre infuria la battaglia delle polemiche oggi sono in discussione oggi nelle varie commissioni consiliari (Bilancio, Regolamento e Igiene del suolo) il “Regolamento per l’applicazione della tassa rifiuti” e “L’approvazione delle tariffe della tassa sui rifiuti” per il 2022. Stasera il voto in consiglio comunale.
Quest’anno non ci sono più i 5 milioni stanziati dal Governo per coprire le perdite delle attività legate alla pandemia, ma il Comune ha stanziato delle risorse (865 mila euro) per ridurre le tariffe, sia per la parte fissa che per quella variabile (le due componenti che formano il tributo).
Per quanto riguarda le utenze domestiche, rispetto al 2021, c’è un leggero aumento, ma è compensato dalla leggera diminuzione sulla quella variabile: non ci sono dunque grossissimi scostamenti rispetto allo scorso anno.
“Mentre per quanto riguarda le utenze non domestiche senza il fondo dello scorso anno di 5 milioni stanziato dal Governo le tariffe non domestiche siano raddoppiate e in qualche caso triplicate”, attacca Fabrizio Marcello, capogruppo Pd che fa qualche esempio: musei biblioteche e luoghi di culto da 1, 71 euro a 3, 83 euro di quest’anno, alberghi e ristoranti da 1, 56 a 6, 15, gli alberghi senza ristorante da 2, 76 a 5, 18, le case di cura da 2, 32 a 6, 74, attività barbieri ed estetisti, barbiere da 4, 8 a 9, 13, falegnami da 2, 83 a 6, 32, pizzerie e pub da 9, 25 a 20, 69, i bar da 10, 22 a 21, 72.
“Il sindaco l’anno scorso ha mentito”, prosegue Marcello, “ha abbassato la tariffa grazie al Governo, ma quest’anno senza i soldi di Roma la progressione della tari sta aumentando, lo vediamo sui costi complessivi del servizio passati dai 46 milioni di 2 anni fa ai 48, 7 attuali. Oltretutto, aggiunge, “il Comune usa quasi 900 mila euro per calmierare la Tari, mentre potevamo utilizzare quel denaro per altri scopi, come abbassare il costo del suolo pubblico o per un bonus per le famiglie povere o dare un incentivo sul pagamento delle bollette”.
“E’ difficile dire qualche potrà essere il trend”, spiega Raffaele Onnis, Riformatori, presidente della commissione Igiene del suolo, “in proiezione la tariffazione sarà più equa anche per quanto riguarda le utenze non domestiche perché la parte variabile sarà calcolata sull’effettivo conferimento del secco. La logica è questa. E non si può nemmeno dire che non diminuisca per le utenze non domestiche perché a fronte dell’inflazione al 5 %,che ha portato l’incremento dei costi, più gli aumenti legati al miglioramento del servizio, non c’è stato un aumento delle tariffe e siamo riusciti a mantenere gli stessi standard migliorando il servizio”.