Il progetto. C'è anche il rione nel piano governativo dedicato allo sviluppo economico delle aree disagiate
Incentivi fiscali e previdenziali per un totale di 50 milioni per chi apre aziende nel quartiere
C'è anche Sant'Elia tra le prossime zone franche volute e annunciate ieri dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Mercoledì l'esponente di governo darà il via libera al progetto firmando i contratti con i sindaci dei 22 comuni interessati. Oltre a Cagliari, in Sardegna ci sono Iglesias e Quartu Sant'Elena. La “Zona franca urbana” altro non è che un'area in cui sarà più conveniente, dal punto di vista fiscale e non solo, fare impresa. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del piano straordinario per il Sud - si legge nella nota del dicastero - serve a rilanciare quartieri caratterizzati da degrado stimolando la nascita di microimprese attraverso esenzioni fiscali e previdenziali per vari anni, favorendo così la formazione di posti di lavoro. Oggi alle 11,30, al ministero di via Veneto a Roma, sarà celebrata la stipula dei contratti. Le zone sfortunate avranno diritto a incentivi e agevolazioni fiscali e previdenziali, per una cifra pari a 50 milioni l'anno, per nuove attività economiche, soprattutto piccole e micro imprese costituite entro il 2009. Su nove realtà candidate nell'Isola ne sono state scelte tre: il centro città di Iglesias, località Pirastu, gli stagni e le aree ambientali di Quartu e il quartiere di Sant'Elia. Il rione (borgo vecchio e borgo nuovo) è stato candidato perché presenta le «maggiori criticità sotto il profilo dell'esclusione sociale e del ritardo economico produttivo in termini di più elevati tassi di disoccupazione, minore scolarizzazione, basa diffusione delle attività d'impresa rispetto agli altri quartieri della città». Il rione soffre di un alto tasso di disoccupazione che è pari al 24,7 per cento nel vecchio borgo ma raggiunge la percentuale record di 42,3 punti nel nuovo borgo, sulla base dei dati Istat fermi al 2001. Ma di contro possiede grandi potenzialità di sviluppo. Garantite sia dal contesto ambientale favorevole (il mare, il colle e testimonianze del passato come il fortino di Sant'Ignazio) e sia dagli investimenti in programma (riqualificazione del quartiere e museo Betile, interventi firmati da prestigiosi nomi dell'architettura internazionale). Significative le agevolazioni fiscali a disposizione. La misura prevede l'esenzione dalle imposte sui redditi per i primi cinque anni, mentre per i successivi l'esenzione è limitata, (i primi cinque al 60 per cento, per il sesto e settimo al 40 per cento e per l'ottavo e nono al 20), oltre all'esenzione dall'imposta regionale sulle attività produttive per i primi cinque anni, (fino a concorrenza di euro 300.000, per ciascun periodo di imposta, del valore della produzione netta). Esenzione anche dell'Ici, dal 2008 al 2012, per i soli immobili nelle zone franche urbane e dalle stesse imprese posseduti ed utilizzati per l'esercizio delle nuove attività economiche. ¦