Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Se la Regione dice sì il Sant’Elia diventa patrimonio «disponibile» del Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
27 ottobre 2009

MARTEDÌ, 27 OTTOBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

Primo atto d’addio della giunta al grande stadio dei Mondiali, mistero sull’ultimatum Figc



CAGLIARI. Stadio, un altro rinvio. Ieri, alla fine della riunione di giunta si è deciso quel che già si sapeva. Vale a dire di chiedere alla Regione di rivedere le condizioni della concessione dell’area per costruire il Sant’Elia, condizioni che forse la Regione non avrebbe mai agitato contro il nuovo corso che porta dritto allo stadio privato, ma è meglio avere un pezzo di carta in grado di certificarlo e quindi di mettere al sicuro l’operazione. Perché non sono da escludere eventuali interessamenti della procura della Corte dei conti, da oggi sollecitata per la terza volta in otto anni sul destino dell’unico grande stadio dell’isola agibile anche per sport diversi dal calcio e sul danno erariale presente e futuro dovuto ai mancati incassi da parte del Comune di canoni più adeguati. Stamani infatti l’ex consigliere regionale Carlo Dore deposita l’esposto sul stadio.
Ieri, a fine giunta, un impeccabile comunicato stampa dava conto del poco che era successo: «Riunita sotto la presidenza del sindaco Emilio Floris, la giunta comunale ha approvato la delibera presentata dall’assessore al Patrimonio, Luciano Collu, che autorizza il servizio gestione del patrimonio ed espropriazioni ad avviare le trattative con la Regione della Sardegna, al fine di superare le clausole che impediscono attualmente l’alienazione dell’area su cui sorge lo stadio Sant’Elia. In caso di esito positivo di tale trattativa, lo stesso servizio dovrà avviare con sollecitudine il procedimento previsto dall’articolo 58 della legge numero 133/2008 per l’inserimento dello stadio Sant’Elia e le sue strette pertinenze nel piano di dismissione del patrimonio disponibile». Qualcuno ieri giurava che in Regione, in questi giorni, non sono stati ad aspettare la delibera del Comune e il non forzato sì è pronto per essere servito. Nel gioco dei cellulari staccati, occupati, liberi, insomma non in grado di stabilire un contatto con sindaco e assessori, è stato impossibile capire se il termine del 30 ottobre imposto dalla Figc per sapere se Cagliari sarà o no una delle città degli Europei 2016 sia vero o solo indicativo. In altre parole: se la Figc avrà la certezza che Cagliari è sulla strada giusta per presentarsi con uno stadio a norme Uefa, il 30 ottobre non sarà la data ultima che si era detto quando i tecnici una settimana fa fecero il sopralluogo a Cagliari. L’avvocato Carlo Dore nei giorni scorsi ha avuto occasione di spiegare: non sono neppure sicuri gli Europei 2016, l’Italia, per ora, è soltanto candidata. (a. s.)