Provincia. Illustrati i dati sui primi otto mesi del 2009, calano Pula e Domusdemaria. Milia: «Basta negozi chiusi in centro»
Arrivi e presenze in aumento: il boom del capoluogo
Turisti in aumento in tutta la provincia nonostante la crisi: ne sono arrivati 485 mila. Il record di Cagliari (+17% di arrivi e +15 di presenze) compensa i cali dei Comuni costieri.
Sono arrivati in tanti, più dell'anno scorso: oltre 485mila persone contro poco meno di 460mila. In un anno in cui, a causa della più grave crisi globale dal 1929, i dati nazionali sul turismo sono scesi in terreno negativo e reggono soltanto le città d'arte, la provincia di Cagliari (nel senso di territorio) chiude i primi otto mesi del 2009 con un +5,54% di arrivi e un +3,46% nelle presenze.
LUCI ED OMBRE Cagliari, in particolare, è protagonista di un exploit a due cifre: + 17% di arrivi e +15% di presenze. Da gennaio ad agosto, sono arrivati in città più di 150 mila turisti che hanno sviluppato un numero di presenze appena inferiore alle 330mila. Male, invece, a sorpresa, i Comuni nel territorio dei quali ricadono le spiagge più famose della provincia: a parte Villasimius, che cresce ma in misura inferiore alla media (+1,5% di arrivi e +1 di presenze), spiccano i crolli di Pula (-13% di arrivi e -8,6% di presenze) e Domusdemaria (dove gli arrivi sono stati del 7,62% inferiori a quelli di un anno fa e le presenze sono calate del 2,18%).
IL RUOLO DEL LOW COST Secondo l'assessore al Turismo della Provincia di Cagliari (nel senso di amministrazione) Piero Comandini, che insieme al presidente Graziano Milia e al dirigente Mario Cadoni ha illustrato i dati nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede di via Giudice Guglielmo, le flessioni dei centri costieri sono spiegabili alla luce dello stesso fenomeno che sta dietro all'incremento record di Cagliari: la stagione turistica è stata animata dagli arrivi di turisti soprattutto stranieri (ne sono arrivati circa il 22% in più del 2008) grazie ai voli low cost attivati (soprattutto da Ryanair) nell'aeroporto di Elmas. Arrivi che si sono «spalmati» anche nei mesi meno “caldi”, spingendo finalmente il mercato verso la tanto auspicata destagionalizzazione e premiando l'aumento notevolissimo di strutture ricettive e posti letto: «Quattro anni fa - ha sottolineato l'assessore - gli alberghi in provincia erano 110, oggi sono 177, e i bed & breakfast sono passati da 101 a 388».
B&B NEL MIRINO Ma proprio sui B&B ha puntato il dito il sindaco di Pula Walter Cabasino: «Sorgono come funghi, servono controlli sovracomunali e parametri certi per evitare che abbassino la qualità. Il rischio è che creino un sommerso». Comandini ha ribadito che i controlli, soprattutto in chiave di lotta all'abusivismo, sono già in corso e sono «severissimi».
PULA E IL CASO GALLURA Quanto al calo di presenze nel suo territorio, Cabasino ha spiegato che «molti degli alberghi sono ancora aperti» e che «la realtà di Pula è caratterizzata, nel bene e nel male, dalla più grossa struttura ricettiva (il resort Forte Village, ndr), e che sui dati influiscono pesantemente le scelte strategiche adottate dal management». La crisi di Pula, in questo senso, fa il paio con quella della Gallura, su cui alcuni giorni fa, nel corso della presentazione dello studio “Destinazione Cagliari”, nella sede della Confindustria della Sardegna meridionale, aveva acutamente richiamato l'attenzione l'assessore regionale al Turismo (nonché sindaco di Berchidda) Sebastiano Sannitu.
150 EURO DI TAXI Tore Sanna, sindaco di Villasimius, ha dal canto suo sottolineato che i dati elaborati con «sforzo apprezzabile» dalla Provincia fotografano una realtà di due mesi fa e che servirebbe un osservatorio in grado di sfornare informazioni in tempo reale. «Manca - ha inoltre rimarcato Sanna - un coordinamento reale delle politiche turistiche, da decenni affidate ai singoli Comuni. Servirebbe, per esempio, una rete di trasporto locale: non è possibile che un turista arrivi da Berlino a Cagliari pagando 20 euro di biglietto e poi, per raggiungere Villasimius, debba spenderne 150 di taxi».
L'ALBERGATORE Nino Mundula, decano degli albergatori cagliaritani, ha invece sottolineato che il turismo, in provincia di Cagliari, è ancora sottodimensionato: «Il turismo vale circa il 10% del Pil italiano, il 7 di quello sardo e appena il 4 di quello della Provincia di Cagliari».
«BASTA NEGOZI CHIUSI» Graziano Milia, infine, ha ribadito l'importanza delle sinergie fra operatori privati ed enti pubblici, candidando la Provincia al ruolo di coordinatore su base territoriale e lanciando un appello a commercianti e autorità portuale: «Non è accettabile vedere i turisti a spasso nel centro della città e i negozi chiusi. Ci impegneremo per la modifica della legge regionale sul commercio».
MARCO NOCE
27/10/2009