Voto sciolto per la 366esima volta, campane a festa per il ritorno di Efisio. Gioia, lacrime e preghiere anche al passaggio delle reliquie, scortate da 4 infermieri. Qualche mugugno per la via Roma al buio, ma trionfa ancora la fede: “Bentornato a casa, Efisi gloriosu”
Sant’Efisio ritorna a Cagliari tra due ali di folla che partono sin dal tratto basso di via Sassari, ancora prima della stazione. È stata tanta, dopo due anni di restrizioni, riabbracciare ancora una volta il martire guerriero. Voto sciolto per la 366esima volta, il cocchio si ferma almeno una decina di volte tra via Roma e la chiesette di Stampace, con i guardiani che aprono la teca e permettono ai fedeli di depositare fiori, bigliettini o, semplicemente, di toccare il santo. Qualche mugugno, sin dalla sfilata dei gruppi folk, per la via Roma al buio: il tratto tra piazza Matteotti e il Comune non ha “brillato”, e anche Efisio è passato illuminato solo dalle candele, quelle ai lati del cocchio e quelle dei fedeli in processione. Le preghiere? Ci sono state, la più gettonata è stata l’invocazione per la liberazione dal Covid: “Sant’Efisio, liberaci dal virus”. E, infatti, la speranza è che per l’edizione 367 della sagra il “maledetto” Covid sia solo un ricordo, lontanissimo, e soprattutto sepolto.
Emozionatissima, come dal primo giorno, l’Alter Nos Viviana Lantini. Il sindaco Paolo Truzzu ha atteso il martire guerriero sotto il palazzo comunale: pochi secondi, una preghiera silenziosa a pochi centimetri da Efisio. Poi, il cocchio si è inerpicato per le viuzze di Stampace, sino a raggiungere la sua “casa”, tra le campane a festa e la classica pioggia di petali di rose dai balconi stampacini. Voto sciolto, i ‘goccius’ cantati dentro la chiesetta, guardando sempre “Efisi gloriosu”, hanno sancito la fine della sagra del rilancio. E la speranza è che l’anno prossimo ci sia ancora più partecipazione. E meno sofferenze. Bentornato a casa, Efisio! Attrus annus senza Covid.