Il caso. Una delibera della Giunta attribuisce il teatro alla Scuola d'arte Drammatica
Niente bando. L'assessore Piras: lo spazio fa capo alle Politiche Sociali non più alla Cultura
Valentina Lo Bianco valentina.lobianco@epolis.sm ¦
Nel mondo della cultura se ne parlava già da un po' di tempo. Oggetto del contendere era la gestione del Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori. A differenza di altri spazi comunali per i quali si è in attesa di un bando per l'affidamento, il teatro in questione, è stato escluso. Ora la questione è giunta a una definizione: «Il Piccolo Auditorium non è più in carico all'assessorato comunale alla Cultura, bensì a quello delle Politiche Sociali - spiega l'assessore competente Anselmo Piras -. Lo abbiamo affidato (assieme a 5 stanze dell'ex Liceo Artistico ndr) con delibera del 1 ottobre al progetto della Scuola d'arte Drammatica di Cagliari diretta da Lelio Lecis con l'intento di supportare un centro di formazione culturale per i giovani di talento, in un quartiere del centro storico che ha bisogno di essere rivitalizzato». Alla Scuola il Comune darà anche 40mila euro l'anno (il 50 per cento dai Servizi Culturali, l'altra metà da quelli Sociali) per un contratto di “uso” di tre anni, rinnovabile. «La Scuola gestirà lo spazio al posto nostro evitandoci così tutta una serie di pratiche burocratiche che intasano gli uffici » prosegue Piras. Tutto regolare dunque anche se un'osservazione in merito la fa il consigliere comunale Andrea Scano, Pd: «Sono sempre di più le situazioni in cui gli affidamenti avvengono con nomina diretta e senza un concorso. Questo è indicativo di una cattiva amministrazione oltretutto poco trasparente ». E dagli operatori dello spettacolo arrivano anche altre domande. Momi Falchi di SpazioDanza, si chiede: «A luglio, con altre compagnie che fino ad oggi lavoravano al Piccolo Auditorium, siamo stati convocati da Lecis che ci ha detto di avere in affidamento lo spazio. Non ne sapevamo nulla. Mi chiedo se si stia costruendo una specie di monopolio intorno agli spazi culturali visto che Lecis ha da tempo la gestione anche delle Saline di proprietà del demanio regionale». E Tonino Murru di Is Mascareddas aggiunge: «Se il Comune era interessato a un progetto sociale per i ragazzi, perché noi, come altre compagnie che lavorano da trent'anni con i giovani, non ne eravamo al corrente? Cosa offre di meglio la Scuola di Lecis. Quali parametri di valutazione sono stati usati?».¦