Bullismo a Cagliari, casi anche nelle scuole dell’infanzia: boom delle “piccole aguzzine”
La metà dei bulli negli istituti scolastici cittadini è donna. Fenomeni che iniziano a diffondersi anche tra i più piccolo con l’utilizzo precoce dei cellulari e dei social. Per stroncare il problema apre a Cagliari il polo regionale contro il bullismo, cyberbullismo e la violenza di genere. “Manca la responsabilità degli adulti che spesso non intervengono”.
Apre il polo regionale contro il bullismo, cyberbullismo e la violenza di genere. In via Peretti un team della Fondazione Libra che comprende anche una psicologa, un legale, un criminologo, informatico, per affrontare un fenomeno, quello del bullismo e del cyberbullismo in crescita e che spesso si fa fatica a denunciare. L’obiettivo è quello di prevenire, attraverso la sensibilizzazione nelle scuole, i comportamenti scorretti, dotando i ragazzi e le famiglie gli strumenti per riconoscerli e debellarli, ma anche alfabetizzando i più giovani all’utilizzo dei social network.
I numeri a Cagliari dimostrano che sono state soprattutto le ragazze tra i 15 e i 19 anni ad essere vittime di episodi di cyberbullismo. Un giovane su cinque (19,6%) ha dichiarato di avere subito atti di vessazione sui social network nelle scuole superiori e scuole medie. I bulli digitali sono ragazze, il 49,7% (di “malinteso senso di pari opportunità” ha parlato Rita Dedola”) o ragazzi, il 50,3%. Hanno tra i 13 e i 19 anni e usano chat di gruppo e messaggi individuali (WhatsApp, Telegram, ecc).
“Un fenomeno quello del bullismo, rilevante già nella scuola dell’infanzia”, spiega Giuseppina Filieri, presidente Polo operativo regionale Sardegna Fondazione Libra, “anche a causa di mancanza di presa di responsabilità del mondo degli adulti. Perché non intervenire significa validare comportamenti violenti. Bisogna agire in termini di comunità”.
La Fondazione tra un mese entrerà anche nelle scuole. “E’ stata una scelta della Fondazione che noi abbiamo abbracciato”, ha dichiarato l’assessora alla Pubblica Istruzione Rita Dedola, “ci hanno preso come primo esempio per la prevenzione. E ora la Fondazione si adopererà per mantenere alta la guardia. La situazione nelle scuole di Cagliari è come in tutte le altre città d’Italia, il problema c’è e va affrontato ma occorre fare formazione su bambini e bambine, affinché lo riconoscano prima di essere completamente vittime”.
Marco Benucci, capogruppo dei Progressisti in consiglio comunale, ha posto l’accento sull’aumento dei casi con la pandemia e la pericolosità della diffusione degli episodi di violenza sul web grazie all’utilizzo dei cellulari.