Anci, fumata nera: alleanze trasversali, il valzer dei sindaci divisi
A cercare un partito unito, si salva solo l’Udc, dove l’ordine impartito da Giorgio Oppi viene applicato senza deroghe. Per il resto, i sindaci della Sardegna arrivati alla Fiera di Cagliari per votare il nuovo presidente di Anci Sardegna, l’associazione dei Comuni, hanno dato prove di rara divisione. Così a destra e così a sinistra.
In questo 2022 i contendenti sono il dem Emiliano Deiana, presidente uscente, e l’ex dem Alberto Urpi, passato con Sardegna 20venti alle Regionali del 2014. I votanti sono stati 284 su 377. A Deiana ha incassato il sostegno di 145 fasce tricolori; Urpi ha raccolto 139 preferenze. Il quorum era fissato a 161 preferenze, ragion per cui è stata fumata nera.
Il primo sponsor di Deiana, come successo anche cinque anni fa, resta la deputata Romina Mura che in questi mesi si vuole giocare la candidatura alla presidenza della Regione passando per la segreteria del Pd. La Mura, che la sindaca l’ha fatta per anni a Sadali, punta a sparigliare il campo dem facendo convergere sul suo nome i ribelli del partito. L’Anci per la Mura è un po’ una palestra.
Contro Deiana, ma sempre dentro il Pd, c’è invece il gruppo di Paolo Fadda che in passato è già riuscito nell’impresa di piazzare un proprio uomo. Era il 2011: a sorpresa, e grazie allo zampino del centrodestra, venne eletto Cristiano Erriu, allora sindaco di Santadi, che costrinse alla resa il primo cittadino di Sassari, Gianfranco Ganau, designato all’unanimità dal Partito democratico e ‘tradito’ da una parte del Pd.
A questo giro, tra i due litiganti – cioè Deiana e Urpi – Fadda avrebbe voluto piazzare Mauro Usai, primo cittadini di Iglesias, dove il Pd governa insieme all’Udc. A conti fatti lo stesso perimetro elettorale a cui guarda Urpi che a Oppi è sempre stato legato, ma per anni si era abbeverato, da sanlurese qual è, alla fonte di Renato Soru. Per Usai è arrivato il niet, tanto che tra i 93 voti mancanti per arrivare a quota 377, pare ci siano stati anche i sindaci del gruppo Fadda, ovvero l’ex Margherita del Pd.
Non è andata meglio nel terreno del centrodestra, dove Urpi non è gradito a tutti. E le differenze sono interne agli stessi partiti. Non sembra esserci unità nemmeno nei Fratelli d’Italia che pure, due settimane fa, hanno giocato un ruolo chiave, al fianco dei Riformatori e della Lega, per eleggere come presidente la sindaca di Sestu, Paola Secci. Pare adesso che quel patto a destra non abbia retto.
Nei prossimi giorni l’Ufficio di presidenza uscente dovrà fissare la data delle nuove elezioni. Urpi si è un po’ incartato all’ora di chiarire i punti deboli del nemico. Sul quinquennio di Deiana ha contestato “il richiamo troppo insistente alla paesitudine, un concetto che respingo perché non sono pessimista”, ha detto all’Ansa. Peccato che Urpi non abbia letto gli ultimi dati sullo spopolamento: nelle zone interne viveva nel 1961 il 47 per cento della popolazione sarda; oggi la percentuale è scesa al 33. Deiana, dal canto suo, non ha attaccato nessuno ma ricordato i numeri dei bilanci: “Abbiamo trovato un buco di 300mila euro, abbiamo chiuso a più 900mila”.
Da qui alla prossima elezione sarà tutto uno sfiorire di patti e alleanze. Anche perché il nuovo gruppo dirigente di Anci sarà in sella per le Regionali del 2024, il voto dopo la pandemia e la guerra in Ucraina. Non saranno due anni facili.