Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Buttar giù lo stadio è uno scandalo e un danno erariale»

Fonte: La Nuova Sardegna
23 ottobre 2009

VENERDÌ, 23 OTTOBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari






ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Terzo esposto alla procura regionale della Corte dei Conti sul danno all’erario presente e futuro rappresentato dal destino che le maggioranze di centrodestra del comune di Cagliari hanno scelto per lo stadio di Sant’Elia. Carlo Dore, avvocato ed ex consigliere regionale, ha pronta una nuova segnalazione alla magistratura contabile sull’ultimo rischio corso dal glorioso edificio: quello di venire svenduto prima e sostituito poi con uno stadio privato.
Nelle altre due segnalazioni, che risalgono al 2002 e al 2003 si chiedeva di far luce su alcune situazioni apparse singolari. Come il fatto che il presidente del Cagliari Massimo Cellino denunciasse al mondo la fatiscenza dello stadio dopo che, è scritto nell’esposto presentato a suo tempo, il Cagliari Calcio non avrebbe garantito la manutenzione ordinaria pure prevista nella concessione dove gli si chiedeva un canone irrisorio e gli si dava l’esclusiva sul servizio della pubblicità. Il capitolo della concessione dedicato alla manutenzione era minuzioso, al punto che «se il Cagliari Calcio avesse rispettato il capitolato effettuando periodicamente le manutenzioni ivi previste, oggi lo stadio sarebbe perfetto». Invece «la società Cagliari Calcio si è rivelata un pessimo contraente omettendo di far fronte ai propri obblighi contrattuali, nonostante la cosa fosse lapalissiana - scriveva ancora Dore nel primo esposto - gli attuali amministratori del comune di Cagliari, primi fra tutti i componenti della giunta Floris, con l’avallo dei 26 consiglieri che hanno dato il via libera alla convenzione, anziché tutelare un bene pubblico di fondamentale importanza, hanno creato i presupposti per la definitiva distruzione dello stadio, quanto meno con riferimento alle gradinate del rettilineo e delle curbe e agli impianti per l’atletica leggera... si prospetta inoltre un altro gravissimo danno erariale corrispondente alle perdite derivanti da un introito per le casse comunali di gran lunga inferiore al prezzo di mercato per l’utilizzo dello stadio e per l’appalto della pubblicità». Nel secondo esposto (2003), Dore segnalava che, a proposito della mancata manutenzione delle vecchie gradinate, c’era una precisa segnalazione dell’ingegnere consulente nominato dal Comune il quale affermava che «il mancato intervento di manutenzione sulle strutture ne avrebbe determinato il definitivo degrado». E siamo all’oggi: lo stadio è degradato, anche se secondo Dore non lo è tanto quanto racconta chi vuole buttarlo giù, ma alla luce di quanto constatato in passato era evidente che nel giro di qualche anno lo sarebbe stato. «Presento un nuovo esposto - dice Dore - per il nuovo scandalo che si annuncia: la distruzione del bene che sembra valga intorno ai 50 milioni di euro e che si trova in un’area pregiatissima. Anche sull’Amsicora ci furono interessi diversi da quelli sportivi: al suo posto c’era chi pensava di farci un albergo a cinque stelle».