Cagliari, ecco il tesoro di Sant’Avendrace: sotto la chiesa il tempio romano di Venere
Polemiche sulla durata dei lavori e scintille in conferenza stampa. Il parroco don Simula ha chiesto la riapertura al culto dell’edificio e il presidente del consiglio comunale ha definito “grottesca” la vicenda.
Cagliari, ecco il tesoro di Sant’Avendrace: sotto la chiesa c’è il tempio romano di Venere. Sensazionale scoperta archeologica a Cagliari. Non solo un cimitero con 300 sepolture. Sotto la chiesa di Sant’Avendrace gli archeologi della soprintendenza hanno trovato i resti di un podio e di un porticato. Tutti ciò che rimane di un santuario realizzato in età augustea (I secolo avanti Cristo) intitolato probabilmente alla dea Venere, come dimostrerebbero i numerosi frammenti di ex voto a forma di conchiglia ritrovati nel sottosuolo. L’area archeologica sarà visitabile, quando i lavori di restauro dell’edificio saranno conclusi, presumibilmente entro la fine dell’anno. Polemiche sulla durata dei lavori e scintille nella conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto di restauro della chiesa di Sant’Avendrace. Il parroco don Simula ha chiesto la riapertura al culto dell’edificio e il presidente del consiglio comunale ha definito “grottesca” la vicenda.
La Chiesa, nella quale gli interventi sono stati sempre pochi e sporadici è giunta a noi, dopo varie vicissitudini, afflitta fra le altre cose, da importanti problemi strutturali e di umidità, è chiusa dal novembre 2018 chiusa. “Nel periodo dei lavori hanno trovato di tutto”, ha dichiarato il sindaco Truzzu, “ma ora la conoscenza maggiore della storia della chiesa è una grande ricchezza per la città”. “Purtroppo anche i problemi legati al Covid hanno allungato i tempi”, ha dichiarato l’assessora ai Lavori pubblici Gabriella Deidda, “ma noi sul recupero di sant’Avendrace ci abbiamo sempre creduto”.
Il finanziamento attuale pari a 1.060.000,00 euro ha consentito l’avvio dei lavori finalizzati alla rimozione dell’umidità tramite un sistema che realizza un “vespaio areato.” Lo scavo necessario a raggiungere il livello di posa ha messo in luce una situazione molto complessa e articolata sotto il profilo archeologico. La necessità di condurre uno scavo scientifico che consentisse di comprendere la reale importanza e la portata dei rinvenimenti, ha condotto oggi ad importanti scoperte che assegnano ai ritrovamenti di Sant’ Avendrace una straordinaria importanza in relazione ai dati fino ad oggi conosciuti sugli insediamenti punici e romani dell’area.
Nel sottosuolo i resti di 265 persone inumate nel periodo che va dal XVII al XIX secolo. Giovanna Pietra, archeologa della Soprintendenza, ha poi svelato il ritrovamento: un podio di grandi dimensioni con blocchi di calcare un porticato dell’età augustea del periodo romano (I secolo avanti Cristo) e i resti di una precedente struttura dell’età punica. Trovate anche testine fittili e una matrice a forma di cornucopia con grappoli. I tanti ex voto a forma di conchiglia fanno ipotizzare che l’edificio fosse un luogo di culto dedicato alla dea Venere, un santuario lontano dal cuore della Carales romana (che ci concentrava nella zona di piazza del Carmine) lungo due strade importanti che collegavano il capoluogo a Sulcis (Sant’Antioco) e Turris Libisonis (Porto Torres).
Entro la fine dell’anno i lavori saranno completato, ha dichiarato l’architetto Maria Luisa Mulliri, del Comune di Cagliari, l’area archeologica sarà visitabile grazie a un solaio sospeso e i resti delle persone sepolte rimarranno nella chiesa.
Il nuovo progetto che è in corso di preparazione, oltre a restituire la chiesa al culto dopo l’eliminazione delle problematiche storiche e delle superfetazioni che ne compromettevano l’aspetto, renderà visitabile accanto all’ipogeo (storico sepolcro del Santo) anche le strutture architettoniche recentemente emerse. Con le nuove opere saranno realizzate due arche destinate ad ospitare i resti mortali di centinaia di individui esumati.