Tocco al veleno contro Truzzu: “Chiesa di Sant’Avendrace chiusa da 3 anni, grottesco”
Presentato il progetto di restauro dell’antico edificio religioso. Polemiche sulla durata dei lavori. Durissimo il presidente del consiglio comunale che ha attaccato la gestione dei lavori, di fatto bacchettando la giunta e gli uffici. Il parroco don Simula: “Ridateci la nostra chiesa”
Il quartiere di Sant’Avendrace tre anni senza la chiesa. Lungaggini burocratiche, anche legate al Covid, hanno allungato i tempi del cantiere. E la necessità di indagare nel sottosuolo ha causato ulteriori slittamenti. Oggi la notizia della ripartenza del cantiere per il restauro dell’edificio che sarà impreziosito da un’area archeologica che potrà esibire i resti di un tempo di età romana, forse intitolato alla dea Venere. Ma nel corso della conferenza non sono mancati i momenti di tensione.
Il parroco don Alessandro Simula ha reclamato a gran voce il ritorno dei parrocchiani nel tempio. Più rumore ha fatto nel palazzo il duro intervento del presidente del consiglio comunale Edoardo Tocco che, pur sfumando l’attacco col politichese, in sostanza, ha bacchettato gli uffici comunali, l’assessore, la Soprintendenza e il sindaco per le lungaggini dei lavori e la chiusura della chiesa, definendo “grottesca” la vicenda. Un gesto clamoroso che potrebbe avere anche ripercussioni sul piano politico.
“Abbiamo 7 mila abitanti e siamo la quinta parrocchia della città”, ha sottolineato don Simula, “la chiesa è un luogo di ritrovo, un punto di riferimento per i giovani e di assistenza della povertà. Ma dobbiamo riavere i nostri locali per svolgere al meglio tutte le attività pastorali” e ha lanciato l’appello: “Ridateci la nostra chiesa quanto prima per rimettere in moto la comunità parrocchiale”.
Molto più duro l’intervento di Tocco. Il presidente del consiglio comunale è l’ex presidente della circoscrizione di Sant’Avendrace e proprio nel viale ha ancora il suo quartier generale e ha riportato il malcontento degli abitanti del rione: “La vicenda è grottesca”, ha attaccato, “non ce l’ho con l’amministrazione, ma il quartiere di Sant’Avendrace ha dato molto. Non è possibile vedere i funerali in una sede così poco idonea: non va bene, c’è grande delusione. Sono stanco di avere tutti i residenti addosso con le lamentele. C’è stato un problema di raccordo tra l’impresa e chi ha gestito l’appalto”.
Dopo l’intervento che ha imbarazzato, e non poco, il sindaco Truzzu, l’assessore Deidda, il presidente della commissione Lavori pubblici Ticca e i dirigenti comunali che hanno scosso il capo in segno di disapprovazione, Tocco ha lasciato la conferenza.
“Sarebbe stato più semplice gettare il cemento”, ha replicato poi il sindaco, “ma è un lavoro molto complesso che richiede tempo e pazienza. Noi abbiamo scelto di restituire alla città l’edificio più bello e di valorizzare il nostro patrimonio culturale, pensando solo alla città e non a un solo quartiere”.