GIOVEDÌ, 22 OTTOBRE 2009
Pagina 1 - Cagliari
Prevenzione. Regione, Comune e Asl insieme per educare i giovani a non abusare dell’alcol
Nelle quinte Elementari e alle Medie saranno distribuiti opuscoli e organizzati dibattiti
PAOLO CAMEDDA
CAGLIARI. In Italia e ancor più in Sardegna l’alcolismo tra i giovani è una piaga sociale. Gli ultimi dati dicono che nella penisola sono un milione e cinquecentomila quelli a rischio fra gli undici e i ventiquattro anni. Per fare prevenzione e informare dei danni causati dall’abuso, il Comune, la Regione e la Asl, col patrocinio del Rotary club, hanno lanciato la campagna “Io non me la bevo”. È rivolta a 1.084 alunni di quinta elementare e a 4.282 delle scuole medie. Nelle classi saranno distribuiti opuscoli e saranno organizzati periodicamente incontri sul tema, condotti da un equipe di esperti, con protagonisti i ragazzi e le loro famiglie.
Sulla diffusione dell’alcolismo parlano in modo eloquente le statistiche dell’Osservatorio nazionale dell’Istituto superiore di sanità. Diminuisce l’età della prima sbronza, che arriva prestissimo, spesso solo a undici anni. In Sardegna è a rischio il 23,9 per cento dei giovani di età compresa fra undici e diciotto anni. L’isola è fra le regioni più esposte al fenomeno assieme al Piemonte e al Trentino Alto Adige. Analizzando le statistiche per sesso, emerge che è in crescita il numero delle ragazze alcoldipendenti. In Italia fra gli undici e i diciotto anni è a rischio il 22,4 per cento dei maschi e il 13 per cento delle femmine.
Complessivamente sono nove milioni le persone in pericolo a causa dell’abuso di alcol, e fra queste 740 mila quelle al di sotto dei sedici anni.
L’alcol è usato dai giovani per sentirsi più sicuri, avere una maggiore loquacità e facilitare le relazioni interpersonali: tutti falsi miti. In alcuni casi il bicchiere di troppo serve anche per essere accettati dagli amici o conquistare un ruolo di leadership. La campagna “Io non me la bevo” ha l’obiettivo di sfatare queste convinzioni autolesioniste. «I giovani devono capire che si vive bene anche senza alcol», ha detto l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Maria Lucia Baire.
L’assessore provinciale Valentina Savona ha indicato la strada: «Bisogna informare, non imporre agli alunni ferrei divieti, perché troppo spesso le imposizioni possono sortire l’effetto contrario. Conoscere le conseguenze negative che derivano da certi comportamenti è il miglior elemento dissuasivo per i più giovani».
Ada Lai, dirigente dei Servizi sociali del Comune, ha sottolineato infine l’importanza dell’educazione familiare per contrastare l’alcolismo. «In città - ha detto - un terzo degli 83 ragazzi curati nelle comunità provengono da famiglie con problemi di alcolismo, mentre sono 106 quelli seguiti a casa dai servizi sociali perché i genitori sono alcolisti». L’allarme c’è tutto e adesso per educare bisogna partire proprio dalle Elementari e dalle Medie.