Cedono i pavimenti e le fognature | A Sant’Elia sopralluoghi Ats e Area
La denuncia arriva dal consigliere comunale Marcello Polastri: "Ci sono perdite di liquami, la situazione non è più tollerabile"
Ieri e oggi gli ispettori dell’ATS negli appartamenti del quartiere Sant’Elia hanno portato avanti i primi interventi dei mezzi pesanti del Comune di Cagliari. In contemporanea, è stata depositata una mozione per la completa riqualificazione del quartiere “gravato da perdite ingenti di liquami, e da una situazione non più tollerabile”. Un’azione capeggiata dal consigliere comunale Marcello Polastri (Sardegna Forte) e depositata al Comune di Cagliari all’attenzione del Presidente del Consiglio Edoardo Tocco, per impegnare il sindaco e la Giunta a interloquire con le massime istituzioni per il futuro di Sant’Elia, ma anche per affrontare da oggi i problemi igienici e sanitari.
La mozione, firmata oltre anche dalla collega Loredana Lai (Psd’Az), si pone come un importante atto di indirizzo che “chiede un impegno di AREA, Regione, Abbanoa e ovviamente del Comune, in modo coordinato, per riqualificare il sistema idrico-fognario e, altresì, tutta la zona di Sant’Elia usando i milioni di euro a disposizione”.
Intanto, l’ATS, con una specifica relazione, ha effettuato in numerosi appartamenti le ispezioni del caso, in seguito all’esposto stilato da Polastri, sulle perdite e infiltrazioni idriche che allagano gli appartamenti di piazza Falchi 1, piazza Lao Silesu e via Schiavazzi 6 a Cagliari, dove hanno ceduto i pavimenti degli androni dei palazzi, causa le perdite idrico fognarie.
“Nelle palazzine di piazza Falchi 1 (interno 126) – si legge nell’esposto di Polastri – continua a piovere dal soffitto di alcuni appartamenti nei quali, in assenza di interventi, con l’acqua che si infiltra per gravità negli appartamenti sottostanti, le problematiche si stanno ulteriormente aggravando. Infatti, nonostante i secchi disposti sul pavimento della famiglia Sanna, il liquido accede ad altri interni come ad esempio il n. 127 e 128 e un’analoga situazione avviene tra i soffitti, dai quali l’acqua filtra nelle piastrelle e quindi continua a scorrere dai sui pavimenti sottostanti, creando una continua reazione a catena”.
“Gli abitanti dello stabile – prosegue Polastri, con immagini e altri documenti – si sono prodigati, a proprio rischio e pericolo, nell’imbragare con un supporto provvisorio di filo d’acciaio, i tubi in pvc della braga condominiale, ancorandola dunque a un’asta metallica nel condotto verticale che ha ceduto per vetustà. Qui, infatti – conclude il consigliere comunale – non può essere certo scaricato sui cittadini residenti, l’onere di questi interventi eccezionali così come del rifacimento di androni che presentano segni di smottamento. L’acqua, è risaputo, se cammina libera logora un intero rione”