Commercio. Dialogo difficile, scontro aperto tra Federdistribuzione e Confesercenti
Cicalò: «Liberalizzare». Bolognese: «Sì a una rotazione»
Federdistribuzione è pronta a impugnare atti amministrativi che impongano la chiusura domenicale a rotazione.
Nessun accordo. Anzi. Di fronte alla possibilità di un calendario comune per le aperture domenicali della grande e media distribuzione, c'è chi preannuncia ricorsi: «Non se ne parla: impugneremo qualsiasi atto amministrativo che imponga la chiusura, a rotazione, dei centri commerciali e delle strutture di vendita». Agostino Cicalò, numero uno di Federdistribuzione in Sardegna, è contrario a un'intesa che porti i comuni di Cagliari, Quartu, Quartucciu, Sestu e San Sperate a stabilire dei turni di apertura per i fine settimana. In sostanza: se venisse trovato un accordo (ipotesi alla quale stanno lavorando i vari assessori alle attività produttive e le associazioni di categoria), le gallerie commerciali dell'Area vasta si spartirebbero le domeniche di ogni mese. Una settimana a testa.
L'ATTACCO «Fino ad ora», continua Cicalò, «abbiamo accettato con spirito di servizio un trattamento particolare su Cagliari. Ma aprire a rotazione sarebbe una follia. Stiamo parlando di un contesto dove le leggi nazionali tendono alla liberalizzazione assoluta: sarebbe un passo indietro. Ma credo che gli assessori abbiano il buon senso di non disperdere il valore commerciale della propria città in questa maniera. Non può funzionare un sistema dove si impone al consumatore dove andare a fare la spesa».
IL CAOS Come è successo domenica scorsa: le città-mercato di Cagliari sono state costrette alla chiusura mentre i supermercati medi hanno avuto la possibilità di aprire, ma solo di mattina. Per ora è ancora in vigore l'ordinanza sindacale del 29 dicembre 2008, che stabilisce il calendario delle aperture: serrande abbassate per tutti i negozi al dettaglio a Natale e Santo Stefano, Capodanno, Pasqua e 25 aprile. Grandi strutture chiuse per Epifania, primo maggio, Pasquetta e Ferragosto, oltre alla terza domenica di febbraio e alla quarta di marzo.
LA PROPOSTA La Confesercenti invece lavora per trovare un calendario comune basato sull'alternanza: «Si potrebbe dividere l'hinterland in grandi circoscrizioni, come succede in Trentino Alto Adige, e stabilire una turnazione che segua un senso logico», spiega il presidente provinciale Roberto Bolognese. «In questo modo si riuscirebbe anche a difendere la piccola distribuzione, che rappresenta il 70 per cento delle aziende commerciali. Una liberalizzazione sarebbe il colpo di grazia per i negozi e gli alimentari».
I COMUNI Per ora dagli assessori di Cagliari, Quartu e Quartucciu è arrivata una apertura: si può ragionare su un calendario che prenda in considerazione l'area metropolitana del Capoluogo, ma devono essere coinvolti anche i Comuni di Sestu e San Sperate. Impresa difficile: negli ultimi anni i due centri hanno sempre rifiutato le chiusure domenicali forzate.
MICHELE RUFFI
22/10/2009