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Covid, positivi dopo il tampone fai da te: ecco cosa fare

Fonte: web sardiniapost.it
21 gennaio 2022

Covid, positivi dopo il tampone fai da te: ecco cosa fare

In piena quarta ondata, con la variante Omicron che segna il passo, è in crescita il numero delle persone positive dopo un tampone fatto in casa. Ma le informazioni non sempre sono chiare. In questo articolo spieghiamo la procedura da seguire, alla luce del fatto che dal 31 dicembre sono in vigore le nuove regole con le quali alle farmacie è stato assegnato un ruolo centrale nella diagnosi del Covid. Spazio anche alla tempistica da rispettare tra quarantene e test antigenici da ripetere.

TAMPONI FAI DA TE. Ormai il caso è molto frequente: basta un test fatto in casa per scoprire se si è positivi o meno al Covid. Rispetto al passato, però, non c’è più bisogno di aspettare che sia il medico di base a fare la segnalazione all’Ats, dalla quale poi si veniva chiamati per fare il molecolare. Adesso è sufficiente andare in una farmacia e ripetere lì il tampone. A trasmettere alla sanità pubblica l’informazione ci pensa la stessa farmacia attraverso un portale ad hoc, collegato alle Asl e al ministero della Salute.

SECONDO PASSAGGIO. Una volta che la positività è confermata, si deve obbligatoriamente cominciare l’isolamento, anche perché con la comunicazione al Ministero si incorre in una denuncia, qualora si venga sorpresi in giro. In caso di malattia asintomatica, la quarantena minima è di 7 giorni per i vaccinati con terza dose e per quelli che hanno fatto la seconda da meno di venti giorni. Rientrano in questo gruppo anche i guariti da meno di quattro mesi. In tutti gli altri casi bisogna rispettare una quarantena minima di 10 giorni.

QUANDO RIFARE IL TEST. Se il Covid si manifesta con sintomi (compreso un raffreddore leggerissimo), per sapere se si è ancora positivi o meno, tutti – sia i vaccinati che i non vaccinati – possono ripetere il tampone tre giorni dopo la scomparsa dei sintomi rivolgendosi ancora una volta alle farmacie. Questo perché in caso di guarigione, la comunicazione viene data subito alla Asl di appartenenza. Qualora invece il test rapido dia ancora esito positivo, lo si può ripetere sette giorni dopo. Anche questa regola si applica a tutti, senza differenze tra vaccinati e non.

GREEN PASS. In queste settimane di elevati contagi, in tanti casi i Green pass non sono stati aggiornati né bloccati. Ma se tutto funziona, il certificato col codice Qr viene sospeso appena la farmacia comunica la positività di una persona. E allo stesso modo, si riceve un Green pass provvisorio di 48 ore non appena il tampone in farmacia risulta negativo. Di norma passa una settimana in tutto prima che il proprio Green pass ‘normale’ venga aggiornato con la dichiarazione di guarigione.

RICHIESTA DI ASSISTENZA. La variante Omicron nella maggior parte dei casi non è aggressiva, sebbene i non vaccinati abbiano molte più possibilità di ammalarsi in forma grave rispetto agli immunizzati. Ad ogni modo, qualora il virus dia sintomi importanti, si deve chiamare il proprio medico di famiglia: sarà lui a richiedere l’attivazione dell’Usca, ovvero l’assistenza a domicilio.

CONTATTI CON POSITIVI. Un’altra condizione molto comune è quella di aver incontrato o passato del tempo con una persona risultata positiva. In questo caso, i vaccinati con terza dose non hanno l’obbligo di fare la quarantena, ma hanno il dovere di usare sempre la mascherina Ffp2 per 10 giorni quando stanno con altre persone. Si chiama autosorveglianza. Questa regola vale pure per chi ha fatto la seconda dose da meno di 120 giorni o sempre da meno di quattro mesi si è guariti. Se invece a entrare in contatto con un positivo sono coloro che da più di 120 giorni hanno fatto la seconda dose o sono guariti, scattano 5 giorni di isolamento, al termine dei quali bisogna sottoporsi a tampone. I non vaccinati, invece, sono costretti a restare in isolamento per 10 giorni e ugualmente non possono vedere altre persone se non hanno fatto prima il tampone antigenico.

PASSATO ARCHIVIATO. Ormai sono uno sbiadito ricordo i numeri verdi ai quali sono alla terza ondata bisognava rivolgersi per comunicare la propria positività. Tuttavia il fatto che la gestione della pandemia sia più autonoma, non significa venir meno al rispetto delle regole, specie perché di mezzo c’è la salute delle altre persone. Il senso civico e il buon senso restano le bussole attraverso cui orientarsi.