Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Questi problemi non esistono»

Fonte: L'Unione Sarda
20 ottobre 2009

L'architetto Manca di Villahermosa replica a sindaco e assessori

La società rossoblù: sulle cubature numeri errati

Un tentativo sotterraneo per accaparrarsi i diritti su una vasta fetta di territorio cittadino che vale 200 milioni di euro e sulla quale, potenzialmente, potrebbero essere edificati un milione di metri cubi? Il Cagliari calcio respinge al mittente i dubbi dei quali nei giorni scorsi si è fatto portavoce il sindaco Emilio Floris, al termine di un vertice con gli assessori Campus, Collu e Lorrai.
L'IPOTESI Il primo cittadino, in sostanza, aveva giudicato eccessiva la richiesta contenuta nella manifestazione d'interesse presentata dalla società rossoblù a proposito dell'area sulla quale sorge lo stadio Sant'Elia: «Ci chiedono tutti e 12 gli ettari (impianto sportivo, parcheggi e zone di rispetto), nonostante a loro ne bastino tre e mezzo - aveva ricordato il sindaco - scordando che potenzialmente in quel comparto potrebbero essere edificate costruzioni per un totale di un milione di metri cubi e che il valore stimato è di circa 200 milioni di euro».
LA RISPOSTA La replica del Cagliari calcio, su input del massimo dirigente Massimo Cellino, è affidata al progettista Jaime Manca di Villahermosa, che ha curato lo studio sulla Karalis Arena: «Seguendo i parametri stabiliti dal piano urbanistico comunale, assieme a quelli del buon senso - dice il professionista - sull'area dello stadio Sant'Elia si dovrebbero realizzare cubature per un massimo di 150 mila metri cubi. Solo nel caso di accordo di programma si potrebbero aggiungerne altri 90 mila sulle limitrofe unità cartografiche, con inequivocabile prevalenza sportiva».
IL PROBLEMA Un netto ridimensionamento rispetto all'obiezione opposta dal Comune circa la piena fattibilità dell'operazione. Qualcosa che ha fatto scattare i recettori dei dirigenti del Cagliari, innescando nuove diffidenze circa la reale volontà politica di concludere l'operazione. «È chiara a tutti e non solo agli urbanisti la vocazione prettamente sportiva e di parco urbano del comparto Sant'Elia - aggiunge Manca - la sua configurazione fa propendere per una naturale destinazione a polmone verde per la città, esattamente come nel caso dell'Olympiastadium di Monaco di Baviera (a detta di tutti gli osservatori internazionali, la città in Europa con il più alto coefficiente di qualità della vita). A mio parere l'unica possibilità edificatoria nell'area riguarda la ricostruzione dello stadio (sopra l'impronta di sedime del vecchio impianto, ridimensionato sulle esigenze attuali e quindi con un impatto ambientale e visivo più contenuto) e la creazione di un parco urbano con una dotazione di servizi sportivi di primo livello metropolitano».
IL PALAZZETTO La notizia che si possano realizzare un milione di metri cubi e che il valore dell'area sia di 200 milioni di euro sarebbe non solo infondata, ma anche fuorviante: «Realizzare il nuovo stadio sulle ceneri del Sant'Elia non è stata mica una scelta obbligata, ma indirizzata dalla stessa amministrazione - rivela l'architetto romano - già nel 2007 proposi di realizzarlo nell'area di San Paolo. Floris ci disse di no e là oggi prevede di far costruire un Palazzetto dello sport, benché ancora manchino i finanziamenti».
IL PUC L'area del Sant'Elia è oggi classificata dal Puc come zona Gp1, definita in prevalenza come “parco attrezzato per lo sport di primo livello metropolitano”. Si tratta di un piano che identifica le zone destinate alla realizzazione di impianti di grande dimensione per la pratica sportiva e per lo spettacolo, sia al coperto che all'aperto, a scala regionale-provinciale. Negli interventi di valorizzazione sono ammesse le seguenti destinazioni: impianti per la pratica sportiva e per lo spettacolo (sia al coperto che all'aperto), strutture legate allo svago ed al benessere (fitness, beauty-farm); impianti per lo spettacolo, per manifestazioni di grande richiamo. Le destinazioni integrative sono quelle di supporto alle attività sportive per la promozione e diffusione della cultura dello sport: si tratta di strutture per la formazione e per la medicina sportiva, centri congressi, uffici direzionali e sedi delle associazioni, foresterie connesse all'attività sportiva. Le destinazioni complementari sono quelle dei servizi per il turismo, quali hotel, ristoranti, club, pubblici esercizi, servizi di assistenza, attrezzature commerciali specializzate. ( a. mur.)

20/10/2009