L'artista protagonista alla Vetreria di Pirri col libro “Lotta di classe” e lo spettacolo “Fabbrica” «In entrambe i testi sottolineo lo stato di alienazione dei lavoratori». di Valentina Lo Bianco Il cantastorie che più di altri ha sviscerato i temi del lavoro, raccontandoli nei teatri di tutta Italia torna in Sardegna. Dopo la serata di ieri a Dorgali (domani sarà al comunale di Serrenti alle 19) Ascanio Celestini arriva stasera alla Vetreria di Pirri, nell'ambito della stagione del Cada die, per un doppio appuntamento: alle 18 presenta il libro Lotta di Classe (indagine sul precariato, riferito soprattutto ai call center) e alle 21 sarà sul palco con lo spettacolo Fabbrica (la condizione di un operaio alla fine della II guerra mondiale). Cherelazionec'ètraiduetesti? In entrambe mi interessava sottolineare la qualità dell'alienazione vissuta dal lavoratore. In Lotta di Classe emerge la sfacciataggine dei nostri tempi dove viene chiesto al lavoratore di dimenticare che sta lavorando. O peggio che ciò che fai, lo fai per passione. Per cui che problema c'è a lavorare una, due o più ore rispetto a quanto previsto? Oppure ti chiedono di lasciare fuori la testa. Ricordo di una operatrice di call center che mi disse “Sai, se un giorno tuo padre muore, devi comunque andare a lavoro”. Così, più o meno succede in Fabbrica con l'aggiunta che lì pure la struttura è alienante. Dopo un periodo in cui i call center sono stati presi di mira dall'informazione, ora sembra non seneparliquasipiù. C'è una legge del centro sinistra che fa da spartiacque. L'art. 178 della Finanziaria 2007 ha previsto una sorta di condono per le aziende (soprattutto i call center) che avrebbero dovuto stabilizzare i lavoratori. Allora, a persone assunte a cottimo fu proposto un contratto part time, con la conseguenza che il lavoratore o si trovava costretto a non firmare oppure accettava cercando anche un altro lavoro per campare. Una legge chiaramente di destra. Ma quando al governo sono arrivati gli altri si è proprio smesso di parlarne. Sembra che l'unico problema ora siano i “fannulloni”. Ma perché te la prendi con l'impiegato statale e non dici nulla sui milioni di precari italiani? Nuovo allarme Bankitalia sulle migliaia di posti di lavoro persi nell'ultimotrimestre... E ne perderemo ancora di più, a prescindere dalla “crisi” economica che è cosa ben diversa dalla questione “lavoro”. Esisteunasoluzione? Dovremmo cambiare completamente la prospettiva e ammettere che il nostro sistema economico è un disastro. Mi chiedo che senso ha produrre cibo per sfamare il doppio degli abitanti della terra quando poi un miliardo di persone muoiono di fame o vivono sotto la soglia della povertà. Marx diceva “Uno spettro si aggira per l'Europa”. Appunto.