SABATO, 17 OTTOBRE 2009
Pagina 1 - Cagliari
Sardi severi e diffidenti, solo pochi si salvano
Voti alti solo a polizia, esercito, scuola La Chiesa appena sopra la sufficienza
MARIO GIRAU
CAGLIARI. La fiducia dei sardi nelle istituzioni punta decisamente verso il basso. Vanno a picco Comune, Provincia, Regione, Parlamento e Governo. Ma la maglia nera della fiducia è assegnata ai partiti, ultimi nella graduatoria delle preferenze istituzionali. Il popolo sardo non largheggia nei voti. Nessun organismo svetta per consensi unanimi. La preferenza più alta va alla polizia (78,3 per cento), seguita dall’Esercito (72,7%). Neppure la Chiesa fa il pieno di audience (54,5%). Defaillance della Giustizia italiana, nel 2008 al 53,2%, ma in un anno abbandonata da ben il 16,48% dei cittadini. “E dire che il rispetto della gente per il nostro lavoro, è la nostra vera forza”, commenta preoccupata Anna Cau, dell’Associazione nazionale magistrati.
Il sesto rapporto dell’Osservatorio Ares (Istituto Acli per la Ricerca e lo sviluppo) ha portato alla luce un “mix quattro mori” di sfiducia e diffidenza abbattutosi pesantemente sulle istituzioni. In pratica quanto più si va in alto nei livelli istituzionali tanto più cresce lo scetticismo dei sardi, con l’ultimo posto assegnato ai partiti, registi e costruttori dell’architettura istituzionale, sfiduciati inesorabilmente.
Preoccupato il grido d’allarme di un uomo di partito, Silvio Lai, presidente Ares e candidato alla segreteria regionale del Pd, che cerca subito di correre ai ripari e reagire alla disgregazione. “Favoriamo il dialogo fra i diversi stakeholders sociali (partiti, magistratura, associazioni, chiesa, media) per un nuovo patto di coesione e di cittadinanza, con regole certe, trasparenti e condivise, verso una nuova stagione di fiducia e quindi di progresso sociale”.
Nella parte alta della classifica delle preferenze stilata dai ricercatori Vittorio Pelligra e Francesco Mola sulla base delle risposte di 600 sardi intervistati - ordinati in quattro gruppi diversi per orientamenti politici, culturali e vita professionale e sociale - qualche sorpresa: scuola (68%), Università (61,1%), addirittura UE (63,2%) e Onu (58,8%). Complessivamente preferenze misurate, non plebisciti. Il volontariato votato dal 58%, con Carlo Tedde (Forum delle associazioni) può gioire solo a metà perché in netto calo rispetto al 2007 (-9,71%). La “corazzata” Chiesa al 54,5% (- 5,02 rispetto all’anno scorso) conserva ancora la fiducia, ma prevalentemente nei campioni di popolazione molto giovane o anziana, di istruzione medio-bassa, orientata al centro.
Sotto la soglia di sicurezza anche i sindacati (36,1%) e la stampa (37,8%), calata di oltre quattro punti nelle preferenze dei sardi. “Il lettore - dice Filippo Peretti, presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti - misura fiducia e sfiducia verso i giornali con il metro della credibilità e dell’autonomia di chi scrive. Realtà complessa quella dei media italiani a causa delle anomalie del panorama editoriale italiano, privo di editori “puri” e per la presenza ingombrante di un Presidente del Consiglio proprietario di televisioni commerciali e di giornali nonchè controllore della Tv pubblica”. Risultati attesi per Anna Cau dell’Associazione nazionale magistrati: “Da alcuni anni non si fa vedere ai giovani altro che urla, improperi, offese. Forse è meglio ripartire dal rispetto della persona e lasciare alle spalle un bel po’ di macerie”.
La Chiesa condivide: “Le nuove generazioni - dice il vescovo di Ales, Giovanni Dettori - dalle istituzioni attendono non parole, ma fatti, non forma ma sostanza”.