Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Serve attenzione su questo teatro»

Fonte: La Nuova Sardegna
19 ottobre 2009

DOMENICA, 18 OTTOBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

Il sovrintendente denuncia difficoltà finanziarie e chiede risposte sui contributi agli enti pubblici 



Sindacati in allarme: la Provincia si è defilata, tagli al Fus e interessi passivi




MAURO LISSIA

CAGLIARI. Il debito patrimoniale di ventisei milioni di euro ereditato dalla gestione Meli ha portato il bilancio della Fondazione teatro lirico sull’orlo del baratro finanziario. A lanciare l’allarme è stato il sovrintendente Maurizio Pietrantonio, un’informativa ai rapperesentanti sindacali che ha l’aria di essere un messaggio rivolto soprattutto agli enti pubblici: «Ci sono ritardi inaccettabili nel versamento dei contributi, forse chiuderemo il 2009 con un rosso di due milioni ma a preoccuparmi non è il presente quanto il futuro di questo teatro». Con un interrogativo su tutti: sarà ancora Pietrantonio a reggere il timone dell’ex ente lirico? «Il mio mandato scade a luglio dell’anno prossimo, vedremo cosa accadrà». In via Sant’Alenixedda nessuno ha la palla di vetro ma i sindacati aggrottano le sopracciglia e chiedono dati su presunti sprechi e sui conti del teatro: «Sono qui da sei anni - avverte Pietrantonio - e malgrado i tagli pesanti sui contributi statali il bilancio è stato chiuso sempre in pareggio senza perdere un posto di lavoro e senza che la qualità della programmazione artistica ne abbia risentito. Ora è arrivato il momento di chiedere attenzione, perchè non è possibile andare avanti con risorse economiche che diminuiscono anno dopo anno».
A fare i conti e a sorvegliare la cassa è Vincenzo Caldo, il direttore amministrativo. E per farli deve necessariamente partire da lontano: «Abbiamo preso in mano la fondazione con un bilancio che al 31 dicembre 2003 aveva debiti patrimoniali per ventisei milioni e duecentomila euro - conferma Caldo - e in sei anni li abbiamo ridotti a venti, un milione in meno all’anno. Ora però mancano all’appello gli 840 mila euro della Provincia, che non ha rinnovato l’accordo triennale come socio fondatore. Poi manca un milione dal fondo unico per lo spettacolo e ogni anno siamo costretti a pagare 800 mila euro di interessi passivi al Banco di Sardegna a causa del ritardo con cui ci arrivano i contributi dello Stato, della Regione e del Comune». Come dire che si naviga a vista, cercando di rispettare gli impegni assunti da Pietrantonio sei anni fa: nessun taglio agli organici e produzioni di alto livello. Obbiettivo ancora attuale? «Stiamo lavorando ai correttivi per tenere il bilancio vicino al pareggio - rassicura Caldo - e non c’è alcun motivo di preoccuparsi, ormai ci siamo abituati. Se Pietrantonio ha deciso di informare il consiglio di amministrazione e i sindacati delle difficoltà finanziarie è solo per sollecitare risposte sulle prospettive di questo teatro. Devono dirci che cosa vogliono farne, perchè noi vorremmo lavorare al rilancio». Fra l’altro sta per scoppiare nelle mani della Fondazione il problema legato alla cittadella della musica, un ecomostro da ventidue milioni di euro, una delle realizzazioni più brutte che il comune di Cagliari abbia prodotto negli ultimi anni. Il taglio del nastro è ormai vicino e aprire questa struttura inutile rappresenterà comunque un costo in più per il teatro: «E’ un sito di caratura europea - sostiene Piatrantonio - bisognerà stabilire come gestirlo e su quali basi». Basi finanziarie, prima di tutto. Non prima di aver capito a cosa servirà, perchè questo non l’ha capito davvero nessuno. «Noi abbiamo fatto la nostra parte - allarga le braccia Vincenzo Caldo - e l’aumento degli abbonamenti pari al sette per cento lo conferma. Ora tocca agli enti pubblici decidere quale può essere il futuro di questo teatro, diventato ormai una realtà a livello nazionale e internazionale».
I sindacati, in una nota diffusa nei giorni scorsi, affermano di aver appreso «con sbigottimento» la notizia dell’indebitamento e chiedono che il bilancio venga portato al pareggio «anche a costo di interventi sulla programmazione». Come dire: prima di tutto i posti di lavoro. La soluzione sul breve termine potrebbe essere proprio quella di tagliare opere e spettacoli. Ma Pietrantonio e Caldo sembrano voler dire: ok, basta che a deciderlo sia il consiglio di amministrazione. Un problema di responsabilità e di rapporti con il pubblico, un pubblico esigente come quello della lirica che Pietrantonio ha sempre detto di non voler deludere. Nel settore della musica colta però l’equazione costi-qualità non ammette incognite, quindi risparmiare significa ridimensionare l’offerta. Una scelta difficile che dovrà essere valutata dall’organo amministrativo in base alle compatibilità finanziarie e alla situazione del bilancio dopo i correttivi annunciati da Caldo.
Ora i sindacati attendono un incontro: entro due giorni, hanno chiesto al presidente della Fondazione. Quindi sarà il sindaco Emilio Floris a doverli rassicurare sul futuro prossimo. In tempi di magra il suo non sarà un compito semplice.