La denuncia di un genitore
Quei 170 euro non arrivano mai puntuali e sono ormai sette mesi che Giulia non li riceve. Il sussidio di aprile è il primo che manca all'appello: da allora ad oggi il padre di Giulia non ha fatto altro che girare per uffici, «prima alla Regione, poi al Comune, e da qui di nuovo alla Regione», nel più classico dei classici scaricabarile. «Ne abbiamo bisogno, disperatamente».
LA DENUNCIA Ne ha bisogno Giulia e, quel che conta, sono soldi che le spettano, perché è uno dei cinquecentoquattro disabili cagliaritani con disturbi mentali che vivono con l'aiuto della legge regionale, la “20” del '97, varata con lo scopo di dare una boccata d'ossigeno a chi è affetto da patologie psichiatriche senza alcun'altra possibilità di mantenimento. «Per mia figlia - spiega il padre, di cui non scriviamo il nome sul giornale per tutelare la privacy della ragazza - è una questione di sopravvivenza: riceve una pensione d'invalidità di 250 euro dall'Inps e quei 170 di sussidio che ci dà il Comune sono un'integrazione indispensabile per la cura della ragazza. Oltretutto ci è stato negato l'accompagnatore anche se mia figlia ha bisogno di avere al suo fianco un familiare, per tutte le sue azioni, anche quando cammina per strada».
LA STORIA Giulia è una ragazza di 33 anni e vive a Sant'Elia con la sua famiglia. Sono i genitori ad occuparsi di lei, madre casalinga e papà pensionato con in casa altri tre figli. Il dramma di Giulia, seguita dal Centro di salute mentale di via Romagna, è esploso tra i banchi delle medie: «Frequentava il primo anno - ricordano i genitori - tutto è successo all'improvviso, ci siamo accorti che c'era qualcosa che non andava e che nostra figlia aveva bisogno di aiuto. Di lì è iniziato il nostro calvario, da uno specialista all'altro, fino alla diagnosi: schizofrenia autistica». Vuol dire che Giulia non ha potuto finire le scuole, ha bisogno di prendere psicofarmaci, carissimi ma per fortuna mutuabili, deve avere al suo fianco qualcuno che l'aiuti a fare ogni cosa, dalle più semplici. «Per seguirla la sorella più piccola sta sacrificando la sua vita», si rammarica il padre ricordando che la ragazza «non è autonoma e abbiamo chiesto al Comune l'accompagnatore: purtroppo non ci è stato assegnato ed è l'altra mia figlia, di 26 anni, a dedicarsi a lei, rinunciando a uscire con gli amici e alle serate in discoteca, per aiutare la sorella a soddisfare i suoi bisogni». Come un paio di scarpe nuove o un vestito, Giulia li vorrebbe, ma sa pure che bisogna fare i conti con la burocrazia. Con quegli intoppi che da sette mesi tengono bloccati 170 euro, che in un anno vogliono dire poco più di duemila, e che aggiunti alla pensioncina di invalidità di 250 euro possono aiutare a cancellare dalla mente qualche preoccupazione. «Tra visite ordinarie e di verifica dell'invalidità, presentazione e richiesta di documenti non abbiamo pace - assicura il padre - così è per tanti altri disabili psichici cagliaritani: si vive facendo la spola tra medici, Asl e uffici vari. Ogni anno ce n'è una: ora sono sette mesi di arretrati ma ogni volta è una battaglia per ottenere quel che ci spetta».
COMUNE L'assessore alle Politiche sociali, Anselmo Piras, garantisce che «quei fondi sono al sicuro: ci stiamo attivando, assieme all'assessore alla Sanità Liori, per trovare un sistema che acceleri la consegna dei finanziamenti a tutti i beneficiari della legge 20». Dai Servizi sociali del Comune fanno sapere che Giulia riceverà tra qualche giorno i finanziamenti. In ritardo perché la Regione ha accreditato le somme solo ad agosto. «Il nome della ragazza è nell'elenco dei beneficiari - assicurano - dobbiamo aspettare che avvenga il passaggio dalla Ragioneria alla Tesoreria per il pagamento». Sperando che sia l'ultima volta che questi malati debbano penare per far valere i loro diritti.
CARLA RAGGIO
18/10/2009