Rassegna Stampa

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Cagliari, le ex servitù militari come possibile sede di associazioni?

Fonte: web Castedduonline.it
30 settembre 2021

Cagliari, le ex servitù militari come possibile sede di associazioni?

È stata approvata dal Consiglio comunale di Cagliari la Mozione per l’affidamento degli immobili comunali alle associazioni cittadine per farne una sede di attività di pubblica utilità, presentata dai consiglieri comunali Marcello Polastri e Loredana Lai.

 

È stata approvata dal Consiglio comunale di Cagliari la Mozione per l’affidamento degli immobili comunali alle associazioni cittadine per farne una sede di attività di pubblica utilità, presentata dai consiglieri comunali Marcello Polastri e Loredana Lai.
“Sono numerose le associazioni senza scopo di lucro e a carattere non commerciale che, a vario titolo, svolgono a Cagliari attività di grande utilità per la città e servizi di pubblica utilità, pur essendo prive di una sede per potersi riunire” ha sostenuto la consigliera Lai, nell’illustrare il documento all’aula.
“Molte di queste associazioni, anche di recente, si sono rivolte alla pubblica amministrazione per richiedere la concessione di una sede, mentre amore ancora sono preoccupate poiché è scaduta o è prossima alla scadenza, la concessione di uno spazio adibito a loro sede.
È il caso, ad esempio, dell’ex Liceo Artistico nel quartiere Marina, dell’ex Scuola De Amicis di via Falzarego, e di altri edifici comunali” ha aggiunto la consigliera del Psd’Az.
“In tal senso – ha aggiunto Marcello Polastri – è importante valutare che alcune associazioni sono ospiti da anni, pur senza un titolo specifico all’occupazione, ma comunque facendo sacrifici, di stanze o di locali presso strutture comunali bisognose di manutenzioni periodiche, in molti casi divenute straordinarie, e di una messa in sicurezza”.
Per Polastri, esponente di Sardegna Forte, “tantissimi immobili dislocati nel territorio comunale sono attualmente chiusi, inutilizzati, o sotto utilizzati”. Alcuni esempi: “L’ex Carcere di Buoncammino, le pertinenze esterne all’Ospedale San Giovanni di Dio, le servitù militari che potrebbero passare dalla Regione alla disponibilità del patrimonio comunale e poi – ha spiegato Polastri – tanti giardini, aree verdi e altri spazi all’aperto annessi a questi edifici, potrebbero divenire nuovamente utili e curati, per farne un uso pubblico condiviso, anche per attività associative, sportive e ricreative.  Pensiamo – ha precisato il consigliere Polastri – alla mole di edifici presenti in città i quali sono già oggi di proprietà comunale, e però si presentano da tempo occupati a vario titolo, se non addirittura abusivamente e che stanno diventando obsoleti, gravati da crolli e da tanto degrado”.
“Infine – hanno detto in aula Polastri e Lai – sarebbe possibile assegnare i succitati stabili ai sodalizi culturali, dietro il pagamento di un canone d’uso e tramite un bando pubblico per l’assegnazione del bene, ed è evidente che in questo quadro, il ripensare oggi e per il futuro, dove e come il mondo dell’associazionismo potrebbe contare su spazi concessi dal Comune di Cagliari alle associazioni, è fondamentale oltre che auspicabile e saggio, per programmare il futuro, con politiche illuminanti”.
Dopo un’acceso dibattito, che ha visto poi l’opposizione del centrosinistra astenersi dalla votazione (“chiediamo il ritiro del documento” hanno detto alcuni consiglieri), l’atto di indirizzo è stato approvato.
Spetterà ora al primo cittadino di Cagliari, il sindaco Paolo Truzzu, “promuovere le azioni necessarie per affidare alle associazioni attive nella città, una sede, possibilmente in uno dei complessi edilizi inutilizzati e a dar mandato, a chi di competenza, per predisporre in tempi certi una o più sedi collettive per le associazioni cittadine”.
Sono infatti più di un centinaio gli edifici che abbondano in città e che sono chiusi da anni, le scuole malridotte, stabili  gravati, oltretutto, dal degrado e da una possibile svalutazione mentre  sono numerosissimi anche gli stabili comunali da riutilizzare e da rimettere in sesto, per non far cadere nell’oblio di un futuro incerto.