Via Turbigo. Abbanoa: chi denuncia le perdite non è in regola
Odori nauseabondi per le fuoriuscite da tubature non collegate alla rete pubblica
Vittime di un disservizio di Abbanoa? No, abusivi che non rientrano tra gli utenti ufficiali, già scoperti e colpiti da un invito a collegare i propri scarichi alla rete “ufficiale”, quella pubblica. È arrivata pronta la risposta del gestore unico delle acque all'appello dei condomini di un palazzo in via Turbigo, lanciato attraverso la stampa locale. Gli inquilini del civico 9 denunciavano le fuoriuscite di liquami di origine inequivocabile, finiti ad imbrattare addirittura le pareti delle cantine. Una scena disgustosa. Alcuni residenti avevano sottolineato che i tecnici del gestore erano intervenuti, per poi «sparire nel nulla». La risposta di Abbanoa, si diceva, è arrivata ieri, secca e imbarazzante per i diretti interessati. «Dalla documentazione agli atti non risulta rilasciata alcuna autorizzazione di allaccio fognario per i fabbricati che presumibilmente sono serviti da vecchi allacci non censiti, collegati a una rete fognaria dismessa dal Comune» e con caratteristiche «non più conformi » alle prescrizioni del Regolamento Idrico Integrato in vigore. Come a dire: gli utenti che protestano sono semplicemente abusivi. Lamentano un disservizio per un servizio che non hanno richiesto. La società ammette che qualche settimana addietro, allo sgorgare del primo zampillo di melma maleodorante nel sottoscala dell'edificio, i suoi tecnici avevano controllato l'impianto su sollecitazione dei residenti, e che poi erano andati via senza operare alcuna riparazione. Vero, perché quel tratto di rete non era di loro competenza. Anzi, scoperti gli abusivi Abbanoa era passata all'incasso, invitandoli a mettersi in regola. In risposta, è appunto arrivata la “denuncia” - via carta stampata - di un situazione di degrado igienicamente insostenibile. Peccato che il destinatario della protesta fosse il soggetto sbagliato. A questo punto, gli utenti disagiati hanno sette giorni di tempo per mettersi in regola, pena la richiesta «al Comune dell’emissione di un'ordinanza nei confronti degli utenti inadempienti ».