Il “Falstaff” andrà in scena stasera alle 20,30 al Lirico di Cagliari, nonostante lo sciopero. Ma al posto dell'orchestra ci sarà un pianoforte, quello del trentacinquenne Gaetano Mastroiaco (ha inciso la colonna sonora del film di Enrico Pau “Jimmy della Collina”). E non ci sarà il coro finale. Naturalmente, informa il teatro, gli spettatori che non vorranno seguire la prima al pianoforte (e la recita di mercoledì 4, ugualmente a rischio) potranno chiedere lo spostamento agli altri turni, fino ad esaurimento posti. La decisione di aprire comunque il sipario sul “Falstaff”, (un nuovo allestimento del Lirico, che ha per regista Daniele Abbado, una compagnia di canto di livello e - almeno oggi - per mancato direttore Gabriele Ferro) è stata presa dal teatro al termine di una lunga giornata finita con la rottura delle trattative. Stamane si terrà un consiglio di amministrazione straordinario e un nuovo incontro con i sindacati che non aderiscono allo sciopero. La protesta è come noto legata al mancato pagamento degli straordinari durante la produzione de “La leggenda della città invisibile di Kitez” e coinvolge Libersind Conf. Sal e Snater: parte dell'orchestra e (in misura inferiore) del coro.
La decisione del teatro arriva in concomitanza con una proposta che probabilmente non ha precedenti nel mondo lirico. Un'«assunzione di responsabilità», alla quale ieri pomeriggio si sono appellati i solisti del “Falstaff” nel proporre la loro disponibilità ad andare in scena. Con una premessa: «A tutte le parti impegnate auguriamo di poter arrivare quanto prima a una soluzione del problema e sinceramente siamo pronti a proclamare con convinzione il diritto ad utilizzare tutte le forme di lotta che sono previste e tutelate dalla nostra Costituzione, compreso lo sciopero di orchestra e coro».
Ma ecco i distinguo dei cantanti, dal baritono Michele Pertusi (Falstaff) al tenore Gianluca Floris (dottor Caius), all'intera compagnia. Precisando di non essere parte in causa nella vertenza, «essendo il nostro rapporto lavorativo col Lirico di natura privata, di prestazione professionale singola e individuale», gli artisti hanno chiesto a direzione e sovrintendenza di poter ugualmente andare in scena con lo spettacolo utilizzando la riduzione pianistica prevista dall'edizione in uso. «Lo chiediamo», si legge nel documento, «per salvaguardare il nostro diritto ad offrire lo spettacolo per il quale stiamo lavorando da un mese tutti i giorni assieme a tutti i reparti del teatro. Lo chiediamo per il nostro diritto a portare a termine il lavoro per il quale siamo stati scritturati, per il quale saremo comunque pagati e per il quale i nostri nomi sono da tempo in cartellone. Lo chiediamo per il diritto che ha la cittadinanza di assistere all'allestimento che abbiamo costruito e nel quale crediamo, e per il quale la collettività ha contribuito doppiamente: sia con i biglietti e gli abbonamenti che con i contributi pubblici locali». La decisione di voler ugualmente rappresentare l'opera - sottolinea il documento - nasce dalla convinzione «che il nostro andare in scena abbia una funzione importante: per coloro che in teatro lavorano, ma soprattutto per coloro che di cultura fruiscono oggi o che saranno fruitori del domani».
Un servizio alla comunità tutta, dunque, ed è in questo segno che intendiamo portare a compimento il nostro intento, anche con la dolorosa scelta di andare in scena senza orchestra e coro. Pronti ad assumerci la responsabilità di un gesto che ci auguriamo possa contribuire a un dibattito ancora da aprire sulle sorti e gli assetti futuri dei nostri teatri». (mpm)
30/05/2008