Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Benvegnù, la poesia del rock’roll

Fonte: La Nuova Sardegna
12 ottobre 2009

SABATO, 10 OTTOBRE 2009

Pagina 43 - Cultura e Spettacoli

Al Karel music expò, giovedì il cantautore bresciano, Massimo Zamboni, De Grinpipol, Artic Monkees e Nielsa



Dopo il set di Marc Almond (ieri) oggi di scena Bugo, Mordecai e Julian Cope




WALTER PORCEDDA

CAGLIARI. La poesia e il rock’roll. Una potente alchimia per il live di Paolo Benvegnù ha segnato in modo fortemente simbolico, giovedì, la prima serata del week end di Karel Music Expò, oggi alla sua conclusione con il set del musicista e scrittore cult Julian Cope.
Non poteva esserci miglior viatico introduttivo per questa rassegna dedicata alla musica indie - inventata da Davide Catinari e giunta alla sua terza edizione - che la performance di un grande protagonista, spesso ingiustamente dimenticato, della musica d’autore italiana qual’è questo straordinario cantante e chitarrista, fondatore degli Scisma e da tempo sulla strada della carriera solista. Nel ridotto palco del Civico di Castello, trasformato anche in questa occasione in un perfetto live music club, l’artista di origine bresciana, sostenuto da un gruppo di oliatissima intesa - ha tirato fuori dai suoi recenti lavori («Labbra» e l’ep «500») una bella selezione di poemi. Appassionate fotografie di vita, dolorose e sanguinanti rime d’amore tinte d’oscuro. Intessute dentro un rock chitarristico che vaga tra richiami punk a sollecitazioni jazzy. La robusta intelaiatura di una precisa sezione ritmica (l’ottimo Andrea Franchi) e i preziosi interventi al violoncello di Guglielmo Ridolfo Gagliano, incorniciano in modo perfetto i versi cantati/recitati con voce chiara, malinconicamente espressiva da Benvegnù. Quasi un nostrano Nick Cave immerso dentro fiumi letterari post romantici, riflessi new wave e fiammate di poesia ruvida e rabbiosa. Chi, con la musica d’autore che si intreccia con il rock ha una lunga storia personale è sicuramente Massimo Zamboni, chitarrista storico (poi fuoriuscito) di un ensemble che la musica italiana l’ha segnata in modo indelebile come i Csi (e prima ancora Cccp) e poi Pgr. Zamboni, da tempo in solitario con un ensemble nel quale si annovera guarda caso proprio il percussionista impeccabile Gigi Cavalli Cocchi che quella stagione d’oro l’ha vissuta come coprotagonista (Csi e Pgr), nella rassegna di Vox Day ha presentato la sua complessa e lunga suite «L’inerme è imbattibile» in cui il chitarrista e cantante racconta in atmosfere che rimandano inequivocabilmente proprio ai Csi di «Linea Gotica», gli Est recenti della nostra Europa malata. Molti i punti in sospensione, pur tra seducenti trame di un rock lieve ed evocativo, nel quale da un momento all’altro sembrerebbe che stia per uscire sul palco Giovanni Lindo Ferretti...
La prima serata del lungo week end ha dato spazio come è tradizione agli emergenti. Saltato per problemi di viaggio il cantautore inglese Jont (purtroppo fa il paio con l’attesa groenlandese Nive Nielsen che ha dato forfait per l’appuntamento odierno), gli altri liver erano targati Quattro Mori. Dal set compatto ed energico dei sassaresi De Grinpipol che ha confermato le buone critiche su questa band ai cagliaritani Artic Monkees ormai prossimi al lancio nazionale, fino alla sorpresa del cantautore carlofortino Nielsa. In un set acustico di bella forza poetica il giovane isolano ha mostrato talento e buona grana compositiva. Dopo il live di ieri di Almond occhi puntati stasera su Bugo, Juan Mordecai (David Moretti e Andrea Viti) e il cult Julian Cope.