SABATO, 10 OTTOBRE 2009
Pagina 42 - Cultura e Spettacoli
Intervistati da Marino Sinibaldi e Irene Bignardi
CAGLIARI. Ieri sera al Festival Tuttestorie incontro in piazza San Cosimo, nello spazio del «Babbo parking», con uno fra gli ospiti più attesi: lo scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor, intervistato alle 19 da Marino Sinibaldi nell’incontro «Il vizio della memoria. Lo sterminio del ’900 nella testimonianza di un sopravvissuto». Pahor ha presentato i suoi due nuovi libri: «Tre volte no» (Rizzoli) e «Primavera difficile» (Zandonai). Nato nel 1913 a Trieste, dove vive tuttora, Pahor ha collaborato con la resistenza antifascista slovena ed è stato deportato nei campi di concentramento nazisti, esperienza che lo ha segnato fortemente e di cui si trova traccia in gran parte della sua ricchissima produzione letteraria. I suoi libri, scritti in sloveno, sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, spagnolo e perfino in esperanto.
Segnalato più volte all’Accademia di Svezia che assegna il Nobel per la letteratura, insignito nel 1992 del Premio Preseren, il massimo riconoscimento sloveno, per la sua attività letteraria, già nominato in Francia Officier de l’Ordre des Arts e des Lettres dal ministero della Cultura, nel 2007 Boris Pahor ha ricevuto la Legion d’Onore da parte del presidente della Repubblica francese. In italiano, oltre a «Necropoli» e «Qui è proibito parlare» (Fazi), sono stati pubblicati «Il rogo nel porto», «La villa sul lago» e «Il petalo giallo».
Sempre ieri in piazza San Cosimo, ma alle 21, gli scrittori inglesi Anne Fine e Matt Haig sono stati intervistati da una delle giornaliste più attente alla letteratura anglosassone, Irene Bignardi.