Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Per Monteponi 40 milioni dalla Regione»

Fonte: La Nuova Sardegna
30 maggio 2008

VENERDÌ, 30 MAGGIO 2008
Pagina 5 - Sardegna

Cagliari: l’architetto Herzog al Festarch presenta il rilancio del centro minerario 



L’impegno del presidente Soru per il progetto che richiede un investimento di 120 milioni



Il recupero si estenderà su 39mila metri quadrati e un comfort hotel si articolerà su undici livelli, sei sopra e cinque sotto il piano stradale


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CAGLIARI. Per lui Monteponi, la riqualificazione urbanistica di un’area industriale più impegnativa mai realizzata in Italia, appartiene al passato. Il presente lo porterà al Museo d’arte Moderna di Miami, alla centrale di polizia di Hong Kong, alla città del flamenco di Jerez in Spagna, e al Parrish museum di Southampton. Ieri Jacques Herzog, l’architetto elvetico che ha firmato il “nido d’uccello”, lo stadio Olimpico di Pechino, ha presentato nella serata inaugurale del Festival di Architettura di Cagliari il documento conclusivo di un progetto che vuole essere anche una sfida intellettuale.
Ridisegnare, scomponendo e ricomponendo quasi in un gioco di Lego, i volumi e le superfici di una vastissima area industriale, 39mila metri quadri trasformandola da rudere abbandonato in una metafora di come gli spazi, da vuoto tra elementi, diventino essi stessi elemento architettonico. L’esempio migliore di questo concetto si ricava dalle finestre degli appartamenti degli hotel, con muri così spessi da contenere logge abitabili, nicchie prodotto delle proiezioni inclinate delle finestre.
Ieri la “lectio magistralis” di Jacques Herzog, preceduta dagli interventi di Renato Soru e dell’assessore all’urbanistica di Cagliari Giovanni Campus, che ha portato i suoi sinceri saluti mentre il suo collega di giunta Pellegrini protestava fuori dai cancelli con volantini e striscioni carichi di un livore verbale del secolo scorso. Il presidente della giunta, a margine del suo intervento, ha confermato che la Regione investirà in attività pubbliche legate al progetto di Herzog 40 milioni di euro, su 120 necessari per realizzare l’intero intervento.
È toccato poi a Herzog incantare il folto pubblico, nonostante l’ora tarda, con la sua visione di architettura rimodulata partendo dal progetto forse prodromo anche di Monteponi: lo stadio di Pechino. «La composizione e la ricomposizione delle forme tradizionali cinesi ha dato origine al progetto finale, con una costruzione (Herzog cita Pechino, ma lo ha applicto a Monteponi, ndr) che riunisce le persone locali e i turisti, che abbatte le barriere e che si apre al nuovo».
Il progetto di Monteponi a grandi linee è quello ormai conosciuto: al posto della Laveria, unico grande edificio da abbattere secondo gli architetti svizzeri, per l’irrecuperabilità delle strutture ancora in piedi, sorgerà un comfort hotel articolato su undici livelli, sei sopra e cinque sotto il piano stradale, con suites, camere e studi, oltre a piscine, ristoranti e sale fitness. Questo hotel sarà collocato in avanti rispetto agli altri edifici e vedrà a destra e a sinistra i fanghi rossi. Lo studio Herzog ha scelto, delle tre ipotesi credibili per mettere in sicurezza l’area inquinata, la meno impattante, dal punto di vista economico e ambientale. Impossibile portarli via, per costi (50 milioni di euro), per l’arco temporale necessario (10 anni) e l’inquinamento aggiuntivo che ne deriverebbe dal continuo passare dei camion. Così si è proposto di rimuovere i fanghi rossi nell’area sottostante l’hotel (2-3 anni di tempo) e di coprire con un film adeguato la restante area. A questo punto è entrata in gioco la fantasia, o l’incoscienza, degli architetti, che hanno ipotizzato la piantumazione non solo di essenze mediterranee, ma di tappeti fioriti che a seconda della stagioni vedono predominare il giallo, il rosso o il blu. Tutt’intorno gli altri elementi che disegneranno la nuova Monteponi: residence, appartamenti, un nuovo edificio per l’Università, negozi e attività commerciali e artigianali. Non ci sarà più la torre alta 52 metri, con sedici piani per dieci appartamenti (due su due livelli) più ristorante e caffè. Era prevista nel progetto finale, ma è scomparsa: (consiglio di Soru o della Soprintendenza?). Poco importa. L’impatto del progetto è per i non addetti ai lavori un pugno nello stomaco rispetto alla iconografia tradizionale delle aree minerarie, ma il confronto non va fatto solo con la memoria, ma anche con la realtà. E questa dice che oggi Monteponi è un rudere inquinato e pericoloso. La mostra, visitabile sino al 1º giugno al Festarch arriverà nei prossimi giorni anche a Iglesias.