Cagliari, un cartello sotto la statua per spiegare la ferocia di Carlo Felice: la mozione sardista
L'ha presentata la consigliera comunale del Psd'Az Antonella Scarfò che ha proposte di affiggere la spiegazione nel basamento della statua.
19 Aprile 2021 15:22 La Redazione
Una mozione in Consiglio Comunale per proporre una targa che spieghi la “ferocia” del re Carlo Felice, cui è dedicata una statua nel pieno centro di Cagliari.
L’ha presentata la consigliera comunale del Psd’Az Antonella Scarfò che ha proposte di affiggere la spiegazione nel basamento della statua.
«Ho presentato e protocollato la mozione sull’installazione di pannelli esplicativi multilingue per la statua di Carlo Felice e la storica Porta di Palabanda e sulla promozione culturale della storia sarda con l’intitolazione di una via al 28 Aprile 1794 “Sa Die de sa Sardigna”, nel Consiglio Comunale di Cagliari con l’appoggio di tutto il Gruppo Consiliare Partito Sardo d’Azione – spiega Scarfò -. È una mozione prettamente sardista, volta a sensibilizzare tutti i cittadini alla conoscenza delle proprie radici, al ricordo della propria storia, alle vicende che videro quanti, generosamente e con coraggio, sacrificarono la propria vita lottando per la libertà e per i diritti individuali del popolo sardo, e ancora contro l’oppressione, la tirannia e le ingiustizie socioeconomiche»
«La mozione – illustra la consigliera – verte sulle vicende e polemiche portate avanti da un certo numero di persone, promotori della rimozione della statua di Carlo Felice dalla centralissima Piazza Yenne, tiranno feroce e sanguinario come riporto nella mozione in allegato. Io, prima firmataria di questa mozione con cui ho lavorato con testa e cuore Sardista, credo fermamente che non si possa rimuovere la statua di Carlo Felice di punto in bianco per una semplicissima regione: la maggior parte del popolo non conosce il personaggio di Carlo Felice. Non sarò io a rimuovere la statua, ma sarà il popolo, una volta informato e sensibilizzato alla storia, a voler rimuovere la statua. Il mio compito, come amministratrice sardista eletta democraticamente, è quello di sensibilizzare la popolazione alla conoscenza delle proprie radici e di ricordare a tutti chi furono i Savoia che, secondo quanto sostengono numerosi studiosi, agirono sempre nel complesso contro l’interesse del popolo sardo. Difatti, come ho scritto e riportato nel documento, la storia della Sardegna è quasi del tutto sconosciuta, soprattutto ai giovani. In tal senso, infatti, nonostante i passi in avanti compiuti con l’approvazione della Legge Regionale n.22 del 3 luglio 2018, la storia della Sardegna non è mai stata inserita, come programma ministeriale, nelle scuole di ogni ordine e grado pregiudicandone la conoscenza da parte delle nuove generazioni».
«Detto ciò, ho impegnato il Sindaco e la Giunta all’installazione dei pannelli esplicativi multilingue finalizzati a illustrare la figura dell’omonimo Re, quel Carlo Felice “tiranno feroce” e a spiegare, altresì, cosa comportò il suo governo al popolo sardo, citando le vittime illustri durante il suo Regno e ancora, l’installazione dei pannelli esplicativi nell’Arco di Palabanda affinché venga illustrata la storia dell’omonima congiura, citando essenzialmente cosa accadde, effettivamente, in quel contesto sconosciuto ai più conclude Scarfò -. E ancora, promuovere iniziative culturali sull’identità, la lingua e la storia della Sardegna nelle scuole e nei luoghi pubblici, affinché ci sia più consapevolezza sulla storia locale e isolana. Ultimo ma non ultimo, sono presenti numerosissime vie che riportano i nomi di coloro che sono stati considerati o riscoperti come “tiranni”, e tra essi, taluni esponenti di Casa Savoia. Di contro, in minor numero e addirittura in vie secondarie, sono riportati i nomi di personaggi illustri della storia isolana, ed in tal senso è evidente e sconcertante, la mancanza di una via, una piazza o una passeggiata intitolata al “28 aprile 1794 – Sa Die de sa Sardigna”, quale gloriosa giornata del popolo sardo, del proprio orgoglio, del riscatto sociale, e della cacciata dei piemontesi. In tal senso si chiede l’impegno, vista anche la prossima occasione del 28 aprile 2021, l’intitolazione di un luogo pubblico a questa giornata storica»