Rassegna Stampa

www.youtg.net

Cagliari, mozione sardista: "Cartelli multilingue per spiegare la ferocia di Carlo Felice"

Fonte: www.youtg.net
20 aprile 2021

Cagliari, mozione sardista: "Cartelli multilingue per spiegare la ferocia di Carlo Felice"


CAGLIARI. Non chiede la rimozione della statua a piazza Yenne. Ma impegna il sindaco e la Giunta a installare dei pannelli informativi multilingue su chi è stato Carlo Felice, il tiranno feroce. "E saranno i sardi a chiedere che quel simbolo venga spostato". La firmataria della mozione in consiglio comunale è la sardista Antonella Scarfò, che chiede anche l'intitolazione di una strada al 28 aprile 1794, Sa Die de sa Sardigna.
"È una mozione prettamente sardista, volta a sensibilizzare tutti i cittadini alla conoscenza delle proprie radici, al ricordo della propria storia, alle vicende che videro quanti, generosamente e con coraggio, sacrificarono la propria vita lottando per la libertà e per i diritti individuali del popolo sardo, e ancora contro l’oppressione, la tirannia e le ingiustizie socioeconomiche.  In sintesi: far crescere una più forte coscienza nazionale del popolo sardo", spiega la Scarfò.

La mozione verte sulle vicende e polemiche portate avanti da un certo numero di persone, promotrici della rimozione della statua di Carlo Felice dalla centralissima Piazza Yenne, "tiranno feroce e sanguinario"

"Io, prima firmataria di questa mozione con cui ho lavorato con testa e cuore sardista", aggiunge la Scarfò, "credo fermamente che non si possa rimuovere la statua di Carlo Felice di punto in bianco per una semplicissima regione: la maggior parte del popolo non conosce il personaggio di Carlo Felice. Non sarò io a rimuovere la statua, ma sarà il popolo, una volta informato e sensibilizzato alla storia, a voler rimuovere la statua. Il mio compito, come amministratrice sardista eletta democraticamente, è quello di sensibilizzare la popolazione alla conoscenza delle proprie radici e di ricordare a tutti chi furono i Savoia che, secondo quanto sostengono numerosi studiosi, agirono sempre nel complesso contro l’interesse del popolo sardo".