“Quante fragole crescono in mare?” A quattro anni dal primo bislacco tema del festival di letteratura per ragazzi Tuttestorie, non è più tempo di punti interrogativi. E neppure di certezze. Ora è un'esclamazione, “Aiuto, sto cambiando!”, quella che trova spazio nel grande recinto dell'Exmà di Cagliari trasformato per il quarto anno in un delirante, chiassoso, folle, serissimo luogo di creatività. Un luogo sul quale a ottobre (si sa) piovono libri. E con i libri la magia di mondi da scoprire, storie da raccontare. La più poetica, ieri sera, aveva la forma e la sostanza della Giostra del tempo. Una sorta di cilindro magico, creato da un artista visionario, Antonio Catalano, nel quale si entra per perdersi. O per ritrovarsi, che è poi la stessa cosa. Punto centrale del Festival, la giostra è (sarà fino a domenica sera) il punto di confine con un'altra dimensione. Quella dei ricordi infantili, dei sogni, delle cose che vivono per loro conto, piene come sono di affetti, simboli, idee. Lo riscoprono gli adulti, lo vedono chiaramente i bambini.
Gli stessi che ieri hanno partecipato alla grande festa, gli stessi che hanno applaudito le tre maghe-coghe-madrine del Festival: Comare com'è, Comare sarà, Comare com'era. Quest'ultima per la verità non si è vista: ma la magia fa questo e altro. La magia rende belli anche i rospi. Anche i due che ieri hanno inaugurato la rassegna organizzata da Cristina Fiori, Manuela Fiori e Claudia Urgu. Soci della Compagnia Rospi Ostinati A Cambiare, sono il Rospo Mutamostro Elio Turno Arthemalle, la Rospa Ciospa Emanuela Lai. Entrano a cavallo di un pon pon, verde come loro, e per un bel po' snocciolano le loro divertenti litanie. Se ne vanno augurando a se stessi e agli altri di incontrare prima o poi un principe o una principessa. Fosse facile, e chissà se conviene.
Nel dubbio facciamo un giro, nelle sale del centro comunale trasformato in un grande libro illustrato. Un libro che non si può sfogliare tutto, troppi gli incontri, gli appuntamenti (160!), gli spazi. Ciascuno scelga il suo, racconti ciò che più lo ha colpito. “I dittici dei mutamenti di fiaba”, per esempio: citazioni illustrate da favole classiche e popolari, dove la ragazza si fa anatrella, e il pettine orco.... Curata dall'Ufficio poetico (Bruno Tognolini) la mostra è firmata da Francesca Amat: la stessa che domenica alle 17.30 proporrà un laboratorio per 15 mamme in attesa (prenotatevi). Canto, pittura, rilassamento, «si starà come i bambini dentro la pancia».
Ed ecco la bella mostra di Orecchio Acerbo (ne riparleremo), legata al libro 1989 dieci storie per attraversare i libri . Si affaccia su un muro eretto dal laboratorio del Teatro Lirico, per la prima volta presente con un atelier di trucco e parrucco, dove i bambini accorrono felici, tra grandi sagome colorate di politene espanso che ripropongono i personaggi fiabeschi di Arianna Papini. Divertente il laboratorio di riciclo del giovane keniano Augustine Okubo. Curioso l'incontro dei bambini con alcune delle autorità che rappresentano le istituzioni sostenitrici della rassegna (Comune, Provincia, Regione). Ada Lai, Giorgio Pellegrini, Valentina Savona, Edoardo Usai, sono stati riconosciuti da una improvvisata giuria di bambini attraverso le foto infantili (Ada Lai jolly, Pellegrini tirolese...).
Commovente per la sua bellezza il progetto L'Alfabeto del cambiamento dal quale è nato un libro edito da Tuttestorie e dalla Aìsara di Ignazio Ghiani. Magistralmente curata da Roberta Sanna, propone «ventuno lettere in disordine crescente per uno scrittore, sette illustratori» (Silvia Bonanni, Davide Calì, Chiara Carrer, Vittoria Facchini, Giulia Orecchia, Pittau e Gervais, Gek Tessaro, Pia Valentinis) e «192 bambini e ragazzi» di Posada. Bravissimi. Coinvolti dall'infaticabile Vittoria Negro con altri cinquemila allievi delle scuole sarde. A Giorgia Atzeni e Riccardo Tanca è affidato l'atelier delle metamorfosi. A Gianni Atzeni l'allestimento della deliziosa mostra dei bambini di Quartucciu. “Sembro Questo o Sono Quello?” nasce da un laboratorio di Eva e Arianna Rasano, e propone inquietanti mutazioni. “Sono Davide e se mi spavento mi trasformo in blatta”. Che abbia già letto Kafka?
MARIA PAOLA MASALA
09/10/2009